Cambiare l’acqua ai fiori

Autore: Valerie Perrin

Editore: Edizioni E/O

Genere: Romanzo

Data di pubblicazione: luglio 2019

Pagine: 476

Prezzo: 18€

Valutazione: 5/5

La storia di “Cambiare l’acqua ai fiori” è una storia incredibile, raccontata da Valerie Perrin con un tocco leggero anche se leggera la storia  non è. E’ una storia bella, sorprendente, dolorosa, affascinante con personaggi indimenticabili. E anche la copertina che non mi era sembrata entusiasmante alla fine della lettura ha trovato la sua giusta collocazione. Il personaggio femminile è tra i più belli mai letti: Violette.

Violette è una donna che ha avuto una vita difficile, fin dalla nascita quando venne data per morta e forse per il suo colorito viola una infermiera le ha dato quel nome. Ma il calore del termosifone su cui era stata poggiata la rianima. La bambina, abbandonata dalla madre, cresce in un orfanotrofio, conoscerà il trauma dell’affido che puntualmente si concluderà con un rifiuto. Vive quindi sola, senza conoscere la gioia di un legame, senza conoscere lo sguardo comprensivo di chi ti capisce anche senza parole. Nonostante la tristezza e la solitudine della sua giovane vita Violette è una persona serena, solare, con uno sguardo pieno di vita.

È ancora un’adolescente quando incontrerà l’amore in Philippe, più grande di lei di dieci anni. Tra loro due basta uno sguardo e l’attrazione che sentono l’uno verso l’altro farà il resto. I due vanno a vivere insieme da subito. Ma Violette capisce ben presto che Philippe, bello, alto, forte, riccioluto pensa soprattutto a se stesso. Troppo impegnato a girovagare tra le donne verso le quali non doveva tanto impegnarsi, forte della sua magnetica prestanza fisica. Finchè la loro vita cambia per sempre quando un evento terribile sconvolgerà la vita di entrambi.

Lasceranno il loro lavoro come guardiani di un passaggio a livello e Violette convincerà Philippe ad accettare un lavoro presso il cimitero di Brancion-en Ccholon. Arrivano in agosto.

Faceva caldo perfino per le formiche e le lucertole, i marmi erano bollenti. I necrodori erano in ferie, i morti pure. Mi aggiravo da sola per i vialetti leggendo i nomi di gente che non avrei mai conosciuto eppure mi sono trovata subito bene, al mio posto”.

Ben diverso l’atteggiamento di Philippe che non proverà mai ad accettare quel lavoro. “Ha subito odiato il cimitero, il paese di Brancion, le vecchie pietre, la gente del luogo”. 

Il romanzo fin qui narrato in modo lineare comincia a svilupparsi su più livelli temporali con l’inserimento di nuovi personaggi di cui conosceremo dolori, passioni, disperazione e il cimitero diventerà un luogo di incontro tra  i visitatori e Violette la quale si comporterà con dedizione verso quel lavoro andando al di là del suo essere una semplice guardiana di cimitero. Violette si prenderà cura delle tombe, sistemerà i fiori che lei stessa coltiva nel suo orto, consola nella sua casa con una tazza di tè, un bicchiere di liquore, una frase solidale i familiari che accompagnano i defunti e non solo, nella sua casa sono ben accolti i suoi colleghi di lavoro  e anche i gatti randagi e i cani che non sono riusciti ad abbandonare il loro padrone. La vita segnerà anche Philippe in lui

cala l’egoismo, quell’egoismo che la madre gli aveva insegnato e aveva provato un dolore immenso per Violette. Aveva sofferto di non aver potuto fare niente per lei. In fondo non aveva imparato niente né ad amare, né a lavorare, né a dare”.

E con Philippe parte una indagine che dà una connotazione di giallo alla storia e che porterà una conclusione tanto inaspettata quanto terribile. E’ un romanzo che vive una sua squisita leggerezza, mai pesante, mai noioso. L’autrice ha con una mano delicata costruito la storia di Violette e  di Philippe intorno a cui  vivono  tanti personaggi con le loro incredibili storie da raccontare. La vita di tutti questi personaggi si incontrano, si intrecciano attorno alla voce narrante di Violette che ce li fa vivere  in un’atmosfera densa di emozioni.

Ho divorato in pochi giorni il romanzo e nel momento che l’ho chiuso ho sentito che Violette mi sarebbe mancata tantissimo, per questo so già che lo riaprirò e sarà di nuovo un tuffo nel cuore.

Le letture di Adso

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