La Divina Commedia 2.0

Autori: Daniele Bello e Silvia De Meis

Editore: Astro Edizioni

Genere: Letture per ragazzi

Età consigliata: 14-18 anni

Data di pubblicazione: luglio 2017

Pagine: 160

Prezzo: 11,90

Valutazione: 4/5

Daniele Bello e Silvia De Meis si lanciano in un esperimento interessante: raccontare La Divina Commedia ai ragazzi di oggi con un linguaggio più vicino alle nuove generazioni, senza però banalizzarne il contenuto.
Il testo è una utile introduzione al capolavoro dantesco: in un libro relativamente breve ci sono tantissime nozioni simpaticamente presentate.
Il protagonista, Lucciarelli, un ragazzo che frequenta la scuola superiore, si è allontanato dalla classe mentre la professoressa sta organizzando le prove per la recita de La Divina Commedia. A Lucciarelli, suo malgrado, tocca proprio il ruolo di Dante. Fuori dalla classe però si addormenta e, come nella migliore logica del contrappasso, sogna proprio il viaggio messo in atto dal grande poeta.
Quando incontra Virgilio Lucciarelli vorrebbe scappare di nuovo ma si rende ben presto conto di non poter fare altrimenti e così si incammina seguendo la sua guida.
Questo stratagemma letterario consente di esplicitare l’organizzazione dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, presentare i peccati, le virtù, il contrappasso, moltissimi personaggi incontrati da Dante, le basi teoriche, filosofiche e teologiche del 1300 e le interpretazioni più diffuse dei versi danteschi. Spesso, Virgilio prima e Beatrice poi, citano proprio passaggi de La Divina Commedia per farla conoscere meglio al loro ospite: cosa che aiuta anche i giovani lettori a prendere dimestichezza con il linguaggio originario dell’opera.

Virgì, ma qui c’è scritto: «Lasciate ogni speranza o voi che entrate«; è il caso di fidarsi?». «Vieni, fifone. Entriamo nell’Antinferno, dove i lamenti risuonano per il cielo senza stelle».

Molto utili sono anche le appendici che, dopo ognuno dei tre regni attraversati, spiegano alcuni aspetti del poema che è importante approfondire direttamente.
Lucciarelli, con il suo dialetto romanesco, è dissacrante e impertinente ma, come tutti gli adolescenti, dietro una corazza di superficie, dimostra di avere curiosità e intelligenza.
Un libro dunque da proporre nelle scuole per favorire una migliore assimilazione di uno dei più importanti capolavori della nostra letteratura. I tempi cambiano e bisogna saper catturare l’attenzione delle generazioni 2.0 sempre presi da infiniti stimoli digitali.

Le letture di Adso

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