Il giallo della villa abbandonata

Autore: Riccardo Landini

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Giallo

Data di pubblicazione: maggio 2020

Pagine: 197

Prezzo: 9,90€

Valutazione: 4,5/5

Roberta Arditi, una maestra precaria, riceve in eredità la villa della zia Augusta, con la quale, in verità, non ha mai avuto rapporti. Roberta desidera poterci guadagnare velocemente qualcosa ma la villa si trova in una zona di periferia che ha poco mercato. Decide così di far valutare e vendere i mobili, nella speranza che abbiano un qualche valore.

Viene chiamato così Astore Rossi, restauratore, che non individua nulla di interessante, ad eccezione di un quadro che vorrebbe far vedere ad un esperto
Astore Rossi è il protagonista anche del precedente romanzo di Riccardo Landini, “Il giallo di via San Giorgio”: pure in quel caso si è trovato coinvolto in una vicenda intricata e altamente pericolosa.

Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capire perché io, ramarro celato sotto alle pietre per sfuggire alle mire di rapaci e passanti, dovessi ciclicamente essere oggetto delle attenzioni del destino che mi riservava un ruolo da protagonista in storie che non mi appartenevano. E che, se vogliamo dirla tutta, non mi avevano mai portato nulla di buono.”

Anche in questo romanzo (del tutto autonomo rispetto al precedente) Astore si ritrova coinvolto in giochi più grandi di lui e rischierà in più occasioni di rimetterci la vita.
Il quadro trovato nella villa è legato ad articolati misteri e a funeste leggende e attira l’interesse di spietati gruppi criminali.
La narrazione, piacevole e coinvolgente, è ricca di azione e colpi di scena. Ci si ritrova a non voler interrompere la lettura per sapere cosa accadrà e per scoprire tutti i risvolti legati al quadro dipinto da Balkan.
Alcuni passaggi riescono a farci vivere in prima persona le emozioni del protagonista:

Passo dopo passo, sentivo il battito del cuore che, gradualmente, accelerava. L’atmosfera era opprimente: le pareti grigie, incombenti, segnate da screpolature e ragnatele, dai segni di vecchi arazzi mancanti, parevano una infernale galleria che conduceva verso il nulla. La luce della torcia non riusciva a fendere appieno l’oscurità maligna che mi circondava.
Arrivai all’ultima stanza, quella dove, sino a qualche giorno prima si trovava il Balkan. La luce ondeggiante di tre candele creava un ballo di ombre contro il muro; il candelabro era appoggiato per terra di fianco a una poltroncina su cui era seduta la Arditi, con le spalle alla porta.”

La villa abbandonata, che all’inizio ha un ruolo rilevante, passa in secondo piano con il proseguo del racconto ma gli inseguimenti e le peripezie di Astore diventano ciò che è realmente rilevante nella storia.
Un giallo ben congeniato e con una buona dose di originalità.

Le letture di Adso

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