Aprimi cielo

Autore: Alessandro Bergonzoni

Editore: Garzanti

Genere: Saggio

Data di pubblicazione: 10 settembre 2020

Pagine: 224

Prezzo: 16€

Valutazione: 4/5

Alessandro Bergonzoni è scrittore, autore e attore teatrale e comico. Da anni ha una rubrica, “Aprimi cielo”, su Il Venerdì di Repubblica. Questo libro è proprio una raccolta di articoli tratti da tale rubrica.

Chi già lo conosce non si sorprenderà affatto del suo linguaggio disorientante, della sua ricerca linguistica e del superare qualsiasi confine nel senso compiuto. Gli articoli sono brevi e questo aiuta a mantenere la giusta concentrazione per seguire il pensiero “deragliante” di Bergonzoni. Deragliante in questo caso è usato in senso positivo: uscire dai binari, dagli schemi prestabiliti, dalle visioni conformiste ci dà l’opportunità di esplorare l’altrove, il non noto, in non pensato…

E allora ci si lascia trascinare dalle acrobazie linguistiche dello scrittore e si prova a convivere con quel senso di ebrezza che accompagna la lettura di queste pagine.

“Legalizzeremo ciò che è stupefacente ma anche meraviglioso e improbabile.”

“Dottore il mio uomo mi ha piantato. E lei ricresca altrove. L’avesse abbandonata sarebbe un male ma piantata significa che può rigermogliare e crescere ancora. Noi siamo piante non solo pianti, la vita è un giardino, un ortogonale, abbiamo lati di crescita infiniti, non si abbatta come sequoia o se muoia, diventi un salice piacente, sbocci altrove.”

“Non le nascondo che anch’io nell’affiancarla aumento la consapevolezza che la ricerca interiore non è mai finita e che, nel curare qualcuno, si diventa qualcuno da curare.”

A proposito dell’andare verso nuovi orizzonti linguistici, ricordiamoci che “andare altrove”, dal latino divertère, ha la stessa etimologia di divertire/divertirsi. Questo ci confronta con qualcosa di piacevole ma Bergonzoni non dimentica mai di affrontare anche i problemi più importanti della vita e della morte (malattia, lavoro, immigrazione, politica).

“Un giorno moriremo. Solo un giorno. Che fare tutti i giorni che verranno dopo? I pericoli del mestiere sono meno di quelli della disoccupazione; i dolori della fame, compresa quella di conoscenza, sono più dei piaceri della tavola.”

“Perché continuiamo a giocare a pace libera alcuni? Secondo te siamo così insofferenti perché non riusciamo a essere tranquillamente sofferenti? Lo scontro tra due sofferenze lo consideri solo un normale incidente?”

“Non si sa più niente dell’uomo che camminava sulle acque o le apriva, mentre sembra che tanti giacciano sul fondale perché nessuno sa fare il miracolo dei porti aperti.”

Un libro dunque non per tutti, consigliato a chi ha voglia di guardare il mondo con occhi nuovi e non ha paura di mettere in discussione le proprie convinzioni.

“Se non ci credessi?Non le darei tutti i torti, uno me lo terrei: serve per non esser saccenti.”

Le letture di Adso

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