Recensione di “Quando si prendeva il sole sui terrazzi”

Autore: Daria Dicursi

Editore: Independently published

Genere: Narrativa

Pagine: 128

Anno di pubblicazione: dicembre 2019

Prezzo: 7,82 €

Valutazione: 3,5/5

La giovane scrittrice Nadia Dicursi nella sua opera prima “Quando il sole si prendeva sui terrazzi” ci offre il ritratto di una famiglia napoletana costituita da padre, madre e 6 figli, di cui 5 femmine, nell’immediato dopoguerra. Una famiglia che vive in un quartiere popolare vicino al centro in una casa di due stanze e che deve fare i conti con la crudezza di quegli anni. Anni molto difficili e importanti per il nostro Paese. Erano anni in cui si cercava di impegnare i propri sforzi a sopravvivere e l’unico intento era quello di soddisfare i bisogni primari tra mille difficoltà. Difficoltà che erano trasversali da nord a sud, ma che si facevano più pressanti nella città partenopea.

Nell’atmosfera del racconto si rileva un sentimento particolare e pregnante di quella realtà: la solidarietà. Gli abitanti del quartiere si sentivano vicini perchè alla propria povertà faceva eco la povertà dell’altro e ci si dava una mano come si poteva. Ma accanto a questi aspetti diciamo più sociali ci sono i personaggi. Personaggi per lo più femminili: ci sono gli eventi significativi di ognuno di loro, la personalità e le scelte a volte difficili, a volte contraddittorie. Ogni personaggio porta la sua storia, il suo percorso. Troviamo amori, amicizie, gelosie, delusioni, incomprensioni, rapporti problematici anche all’interno della stessa famiglia. Il racconto si muove verso la sua maturazione e l’autrice ci lascia intravedere per ciascun personaggio l’approdo alla età adulta e di come ognuno vive il suo destino fino alla fine.

Il libro mi ha incuriosito proprio perchè affrontava un tema a me caro e ha confermato un’idea che condivido: che la nostra identità si è fonda sulla nostra storia passata. Il nostro presente è frutto di ciò che siamo stati.

Ma questo libro non mi ha convinto del tutto. Mi è parso che l’autrice nel voler affrontare dei temi cosi importanti  si sia lasciata prendere la mano dal desiderio di voler riassumere una trama lunga, difficile, piena di eventi personali e sociali. Alcuni aspetti dovevano essere maggiormente approfonditi, gli stessi personaggi avevano bisogno di essere delineati con più respiro a livello psicologico.  Meritavano più spazio le ansie, le paure, i dolori, gli amori, le difficoltà della crescita in quel tessuto sociale. Al contrario ho la sensazione che tutto ciò sia stato, come dire, più elencato che sviluppato. Anche il titolo mi ha creato delle aspettative che sono state deluse: i terrazzi del titolo appaiono solo alla fine del libro e menzionati in poche righe.

Il testo comunque scorre e l’autrice rivela uno stile semplice e lineare e il racconto in prima persona mi ha immediatamente catapultato nell’atmosfera di quella realtà.

redazione

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