Il volo della civetta

Autore: Antonino Genovese

Casa editrice: CLOWN BIANCO

Collana: I Gechi

Genere: Giallo/poliziesco

Data di pubblicazione: settembre 2023

Pagine: pag. 340

Costo: 20,00 euro

Valutazione: 5/5

“Nino Genovese ci regala un romanzo intenso, ricco, in cui intreccia mirabilmente passato, contemporaneita’, arte e storia con uno stile raffinato e avvincente.”

Cosi’, nella quarta di copertina, Patrizia Rinaldi descrive “Il volo della civetta”, il nuovo lavoro di Antonino Genovese (giovane medico siciliano, appassionato di scrittura), classificatosi primo al concorso letterario “GialloLuna NeroNotte”.
La vicenda e’ ambientata a Venetico, piccolo comune costiero in privincia di Messina.
Ivi, nella chiesa di San Nicolo’, e’ custodita l’unica copia esistente al mondo del volto di Cristo. Trattasi di un’opera di inestimabile valore, anche se solo in pochi ne sono a conoscenza.

“Ovviamente quel dipinto era una copia, l’originale era andato bruciato in un rogo avvenuto a Roma nel Seicento, ma era l’unica copia al mondo. La raffigurazione piu’ vicina alla Sacra Sindone: un’opera dal valore inestimabile.”

Il quadro viene rubato e ad indagare sul furto sono incaricati Michela Giorgi, maresciallo della sezione Tutela del Patrimonio e Giacomo Vella, maresciallo anch’egli, soprannominato l’Islamico per via della sua fede religiosa; affiancati, in qualita’ di consulente, da Francesco Spagnolo, critico d’arte, amico d’infanzia di Giacomo e ex amante di Michela.

“- Siete qui per un motivo simile – intervenne Floris. – Hanno rubato Il Volto Santo. […] – Si tratta di un quadro che si trovava nella parrocchia di Venetico Superiore. Domenica mattina, durante la funzione delle nove, i primi fedeli si sono accorti che il dipinto non era nella teca originaria e il parroco ne ha denunciato il furto.”

La situazione si complica quando il professor Giordano viene trovato morto con le mani mozzate; sul luogo del delitto vengono altresi’ rinvenute alcune foto del Volto Santo, posizionate sotto gli arti amputati del defunto.

“Il corpo del professore era riverso a terra carponi, le braccia alzate e le mani amputate. […] I polsi erano due monconi maciullati. Osservo’ con attenzione: sotto un braccio, imbrattato di sangue coagulato, noto’ un foglio plastificato. Si sporse in avanti. Voleva vedere meglio. Sembrava una foto 10 per 15. – Ma quella e’ … – sussurro’.”

Le modalita’ di esecuzione del delitto fanno pensare a un’esecuzione di stampo mafioso, ma c’e’ qualcosa che non convince i due ispettori. “Il Volto Santo era prezioso, ma non cosi’ tanto da uccidere. Che rapporto c’era, se c’era, tra il furto e l’assassinio?”
Ad ingarbugliare la carte c’è poi la scomparsa di un giovane blogger con la passione per l’arte: sara’ veramente scomparso o si sara’ allontanato volontariamente per fuggire da qualcuno che lo cerca?
Tra depistaggi, intuizioni e omerta’, la squadra dell’Islamico arrivera’ al fondo di una vicenda che sconvolgera’ le vite di tutti.

“Il volo della civetta” e’ il primo libro che leggo di questo autore e devo riconoscere di averlo apprezzato moltissimo, non solo per la trama, che sapientemente mescola i canoni del romanzo giallo con quelli del romanzo storico, ma anche per la tecnica narrativa adottata dall’autore, che intreccia passato e presente, dando vita ad una storia in cui il mistero si infittisce sempre piu’ man mano che si prosegue nella lettura.
Come precisato nelle note, “l’idea di scrivere questa storia nasce nel 2019 quando ho assistito alla presentazione del saggio “Straordinari” di Andrea Italiano e sono venuto a conoscenza dell’esistenza del “Volto Santo”. […] L’unico elemento realmente estistito e’ proprio il dipinto attorno a cui ruota tutta la storia: “Il Volto Santo”, esposto nella chiesa di Venetico Superiore.”
Tutto il resto e’ frutto della fantasia del Genovese, che e’ riuscito a fondere, in un solo contesto, delitti, passione, arte e storia, intessendo una trama originale, ben articolata, avvincente e mai scontata, con uno stile narrativo maturo e raffinato, in cui abbondano le descrizioni, senza pero’ mai risultare ridondanti, anzi del tutto funzionali nell’economia del racconto.
Quanto ai personaggi che si susseguono sulla scena, da quelli principali a quelli secondari, tutti sono ben caratterizzati, descritti con maestria, tratteggiati con dovizia di particolari al fine di renderli empatici e vicini a chi legge.
A cio’ contribuiscono, in maniera mirabile, i numerosi dialoghi che, oltre a rendere incalzante il ritmo della narrazione, contribuiscono a svelare l’animo piu’ intimo e i sentimenti piu’ reconditi dei vari personaggi.
Di notevole interesse le notazioni storiche disseminate nel testo, che denotano il profondo legame dell’autore alla propria terra e alle sue eccellenze: in questo caso un omaggio all’artista messinese Vincenzo Bellini, al quale il papa nel 1624 chiese di dipingere una copia del volto di Cristo.

In definitiva, “Il volo della civetta” si e’ rivelata una lettura piacevole ed intrigante, in grado di tenere alta l’attenzione del lettore, in una tensione continua e crescente alla ricerca, insieme alla squadra investigativa, di una verita’ che affonda le radici nel passato e che sconvolgera’ l’esistenza dei protagonisti.
Assolutamente inaspettato e sorprendente il finale.

“Inizio’ a soffiare un vento caldo, come spesso succede ad agosto. Francesco si strinse nelle spalle. Si avvicino’ all’utilitaria e mise la chiave nella serratura della portiera, poi si volto’ ancora verso l’amico per lanciargli un altro sorriso. […] Ruoto’ la chiave. Poi un boato assordante. Calcinacci. Un fischio nelle orecchie trapasso’ il cranio di Giacomo. E fu tutto buio. Quando riapri’ gli occhi, la macchina di Francesco era un rogo. E terra. E sangue.”

Alessandra Verrucci

Le letture di Adso

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