Quella casa in fondo alla pianura

Autore: Davide Bernardin 

Editore: PlaceBook Publishing

Genere: Storico

Data di pubblicazione: Maggio 2022

Pagine: 481

Prezzo: 19,76 €

Valutazione: 4.5/5

“La libertà è un cavallo selvaggio che galoppa in un’immensa prateria…”

Bologna, 1919
Sarah dà alla luce una bambina.
“Tu sei la mia Emily, the heart of my life
L’avessero vista mamma e papà… 
Da qui ci si perde nei ricordi e nella storia degli anni precedenti…

1906 Louisiana
Bill era uno degli schiavi di Mr Collins, proprietario di una landa senza fine e senza altri abitanti. Era padre di due figli, Daniel e Sarah e, insieme a moglie, madre e zio, erano sempre stati reclusi e isolati nella fattoria, tranne che per qualche occasionale uscita in città per accompagnare i padroni. Una sera il vecchio proprietario chiede a Bill di accompagnarlo a New Orleans. Lo schiavo ne approfitta per chiedere di poter essere liberato per cercare una barca al porto e avviare un’attività da pescatore. Mr Collins, scocciato dalle insistenze, lo manda alla ricerca da solo, mentre lui si dirige in un locale notturno con i collaboratori. Per caso Bill giunge in un quartiere dove bianchi e neri festeggiano insieme senza differenze e alcuni si baciano tra loro. Innocentemente chiede “Come mai girate tutti liberi per New Orleans?” 
La risposta non può essere più spiazzante:
“È da anni che la schiavitù è stata abolita”.

Di colpo si sente catapultato in una realtà sognata fin da bambino. Ma… 
Come ha fatto Mr Collins a nasconderci tutto per anni? 
In effetti li aveva sempre tenuti lontani dall’esterno, in una proprietà fuori da tutto e tutti. Bill purtroppo scopre anche che i bianchi hanno creato associazioni contro i neri per punirli e impedirgli di avere gli stessi loro diritti. Di conseguenza decide di scappare per capire come liberare gli altri familiari. 
Il padrone in realtà aveva già in mente di andarsene presto in Texas e di liberarli, ma il quando era lui a volerlo decidere. Inoltre il fatto di aver perso Bill lo mette a rischio di denuncia per aver violato le nuove leggi. Nel frattempo il giovane in città conosce un gruppo di suonatori di colore e viene presentato a Forrest Smith, molto noto in zona per essere colui che aiuta i neri nelle loro cause legali contro i bianchi. 

“Non avrei mai pensato che esistessero delle situazioni come queste […] si tratta di un’enorme ingiustizia senza precedenti […]” 

Dopo un’azione di forza contro i vecchi padroni tutti riescono ad abbandonare finalmente la fattoria. Adesso devono scegliersi un cognome e la scelta pare ovvia:

“Noi saremo la famiglia Freeman […] in onore di mio padre, che sempre aveva sognato di essere un uomo libero.” 

Col tempo scoprono che New Orleans “grazie alla musica unisce tutte le etnie in un’unica sola: quella umana.” 
Bill riesce, dopo un po’ di gavetta, a diventare capo di una piccola impresa di falegnameria nel giro di qualche anno e a far lavorare anche suo figlio Daniel, che però vorrebbe vivere di solo canto. 
Le leggi Jim Crow purtroppo peggiorano le cose, rendendo illegale la convivenza di bianchi e neri in molti luoghi. 
Qualche anno più tardi la situazione politica non è cambiata, tanto che Daniel un giorno incrocerà “alcuni uomini incappucciati a cavallo […] con una lunga veste e delle torce accese in mano.” 
Portano una croce a braccia uguali cucita nel petto e una bandiera con la stessa croce inserita all’interno di un quadrato ruotato. Sono quelli del Ku Klux Klan. 

“La rovina dell’America siete voi […] senza di voi l’America sarebbe un Paradiso… Un bianco paradiso.” 

Il ragazzo viene aggredito e frustato a sangue e ci manca poco che riesca a sopravvivere. 
Ormai “è pieno di corrotti e negligenti in giro… L’unica soluzione è andarsene, finché si può. ” 
Daniel è solleticato dall’idea di andarsene da New Orleans o addirittura dall’America e neanche immagina quanto lontano può andare con la sua bellissima voce e cosa il suo destino abbia in serbo per lui. 
Riusciranno i Freeman a trovare il loro spazio nel mondo? A peggiorare il tutto interviene il primo conflitto mondiale…

La casa in fondo alla pianura è un libro molto piacevole che descrive in modo dettagliato e minuzioso uno spaccato sociale dei primi del ‘900. Vi sono citati molti racconti folkloristici, di cui si trovano le fonti nelle ultime pagine, e linguismi vari scritti appositamente in corsivo. La vicenda è ispirata alla vera storia della famiglia Cain Wall che scoprì l’abolizione della schiavitù per caso. Lo stile è semplice, informale, molto descrittivo e contribuisce a caratterizzare i personaggi. L’autore immerge i lettori nel suo ritmo di scrittura lento ma necessario a dare la giusta importanza a ogni aspetto. 
Da un certo punto in poi si procede per narrazioni parallele coinvolgenti i diversi personaggi nella speranza che ci sia un ricongiungimento finale.

Un libro che lascia il segno e che ci ricorda le sofferenze e le lotte per ottenere diritti che oggi ancora oggi non sempre sono rispettati.

Eleonora Ferrini

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