La felicità non va interrotta

Autrice: Anna Bardazzi

Editore: Salani

Genere: Letteratura dell’Europa dell’Est

Data Pubblicazione: 25 Marzo 2021

Prezzo: 8,99€(ebokk) 16€(cartaceo)

Pagine: 272

Valutazione: 4.5/5

Anni dopo, durante la malattia, mio papà mi aveva raccontato di quel giorno d’inizio estate, in cui sentendoci ridere e sentendo il rumore dell’acqua, aveva chiesto a mia mamma: “come mai non le sgridi? Chissà che casino hanno combinato.”
E lei aveva risposto:” la felicità non va interrotta”.
E lui aveva capito non soltanto che aveva sposato una donna migliore di lui, ma che io sarei diventata come lei, e i miei figli come me, e forse anche i figli di Lena, se nei paraggi ci fossi stata sempre io.

Veniva chiamato Progetto Chernobyl: ogni anno un gruppo di bambini veniva mandato un mese in Italia, per ripulirsi dalle radiazioni assorbite dal giorno in cui accadde il terribile disastro.
Nel 1996, in uno di quei gruppi c’era Lena, una dolcissima bambina che viveva con la nonna, un fratello violento ed ubriaco ed un fratello disabile di cui si prendeva cura, dopo che la madre decise di abbandonarli.

Arrivata in Italia, ad attenderla ci sono Alessandro, Lucia e la piccola Anna che le porta in dono una Barbie.
Inizialmente diffidenti, le due dopo pochi giorni stringono un forte legame che le fa avvicinare a tal punto da sentirsi sorelle.
Passato il mese, per Lena é giunto il momento di tornare in Bielorussia, anche se la sua nuova famiglia italiana prova a convincerla, in ogni modo, a restare per studiare lì.
Ma Lena rifiuta gentilmente. Deve tornare dalla nonna e aiutarla a badare a suo fratello.

É in questo momento che Anna le farà una promessa. Studierà e farà ogni cosa in suo potere per salvarla e per salvare il suo paese da quel regime dispotico a cui é sottomessa.
Riuscirà una piccola donna in un’impresa, in cui tanti grandi uomini hanno fallito?

Questo é uno di quei romanzi che arricchisce la mente e lo spirito.
L’autrice ci trascina nella sua esperienza, dove lei non é la bambina di Chernobyl, ma una delle donne che hanno aperto la loro casa e il loro cuore a questi bambini meno fortunati.
É la storia di due culture che si uniscono dando vita ad un’amicizia universale, che va oltre il sangue, i costumi e la lingua.

Parla di due ragazze all’apparenza molto diverse, che si riscoprono più simili che mai.
Anna si rende conto che la sua felicità é profondamente connessa a quella di Lena.
Ogni sua scelta o obbiettivo sono indissolubilmente orientati verso di lei.
Perché non serve avere una bella casa, una macchina nuova e molti soldi per essere felici.
In qualunque luogo ci si trovi, nessuna vita é perfetta e c’è sempre qualcosa che manca.

La storia ci viene raccontata alternando le voci di Lena e di Anna, ma l’impressione che da é che stiano narrando una storia dall’esterno, come se non fossero loro le protagoniste.
Lena si rende conto di non essere felice.
Se aiutare gli altri senza pensare mai a se stessa sia la strada giusta, e ha paura che Anna stia sprecando la sua vita.

Le descrizioni dell’ambiente circostante sono svariate, descrive fino al più insignificante dettaglio per trasmettere al meglio le tradizioni del popolo bielorusso, dando tinte differenti alle sensazioni, ai colori e agli odori provati.
Utilizza numerosi termini in lingua, senza tradurli, così da dare intensità e credibilità a storia.

La sua é una scrittura seria, matura, senza fronzoli e molto profonda che tratta una storia, che seppur lontana da noi, ha colpito e colpisce ancora oggi, tutto il mondo.
Ha un andamento lento, come per farci soffermare di più sul senso del racconto e dare la giusta importanza alle parole utilizzate.
Ha il potere di far viaggiare, senza mettere piede fuori da casa.

Mette in luce la bellezza del diverso, dello straniero, di chi vive situazioni diametralmente opposte alle nostre, ma é fiero delle proprie origini.
Di quelle persone che preferiscono combattere per cambiare le cose a casa loro, piuttosto che fuggire ed imbattersi nell’ignoto, in una terra che non é la loro.

É una lettura che tiene la mente distante (perché tratta vicende dolorose non vissute sulla propria pelle), ma che avvicina il cuore, creando un forte sentimento di unità e fratellanza.

Veronica Astolfi

Le letture di Adso

Lascia un commento

Torna in alto