Ammazzalavoro

Autore: Marco Turco

Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: Maggio 2020

Pagine: 155

Prezzo: 9,99€

Valutazione: 3,5/5

Ammazzalavoro è un serial killer: le forze dell’ordine non riescono a capire chi sia e gli inquirenti brancolano nel buio. Colpisce però il suo modus operandi: le vittime spariscono da un momento all’altro e appartengono tutte al mondo del lavoro (recruiter, esperti di risorse umane e datori di lavoro).

“Ed è facile chiamarmi serial killer, da fuori siete tutti bravi! Sopprimi una decina di persone e i media iniziano a chiamarti “Ammazzalavoro” (soprannome carino, legato al fatto che le mie vittime appartengono solo al mondo di chi prova a dare o cercare lavoro, coi tempi che corrono)!”

Noi sappiamo invece che si tratta di Virginia, giovane donna in cerca di lavoro…

Virginia, come tutti noi abbiamo avuto modo di scoprire, si confronta con un mondo del lavoro spregiudicato, approfittatore, chiuso; un mondo che non si fa scrupoli a sfruttare chi è alla ricerca di lavoro e tratta con sufficienza e disprezzo gli speranzosi candidati.

“Questa sorta di pulizia etnica, questa soppressione di etnie sociali, come almeno poteva essere percepita dall’esterno, rappresenta per me un momento catartico molto personale, non riesco neanche a descrivere le emozioni che mi dà il fatto di “cancellare” un essere umano”.

La notizia delle azioni di Ammazzalavoro non lascia indifferente l’opinione pubblica: molti ne hanno paura ma per tanti altri è quasi un eroe moderno.

“Non posso evitare di notare che sta facendo un lavoro fantastico. Ecco, proprio un fantastico lavoro, bisognerebbe pagarlo per quello che fa, davvero. Speriamo che non lo prendano mai”

Le vittime invece, forti della loro posizione e sicuri di essere intoccabili, non rinunciano a nessun beneficio legato al loro status. Quando però vengono sorpresi dalla vera identità di Virginia è ormai troppo tardi per redimersi…

Il libro è breve e scorrevole; la narrazione si alterna tra Virginia e la vittima di turno, sempre in prima persona. Il racconto, seppur breve, dipinge in maniera fedele una buona fetta del mondo del lavoro e fa uso dell’ironia per smascherare i personaggi che si aggirano al suo interno.

Non sempre però la narrazione riesce a coinvolgerci e alcuni aspetti appaiono ripetitivi.
Talvolta le vittime risultano un po’ troppo stereotipate ma ciò fa parte dello stile scelto dall’autore e dal contrasto tra mondo del lavoro (esternamente accogliente, attraverso le offerte di lavoro, ma profondamente diabolico) e il giovane candidato (di buona volonta e con skill sempre troppo elevate).

Il finale vi sorprenderà, anche se avrei preferito che gli eventi prendessero una piega diversa…

Le letture di Adso

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