Se avessi avuto gli occhi neri

Autore: Gianfranco Sorge

Editore: goWare

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: Ottobre 2020

Pagine: 268

Prezzo: 14,99€

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Valutazione: 4,5/5

Se avessi avuto gli occhi neri è una saga familiare che copre un secolo intero. La storia inizia con il tentato suicidio di Stella che finisce in ospedale e racconta la sua vita allo psichiatra che la visita. Dopo gli anni felici dell’infanzia, si fa avanti uno spasimante, Sebastiano, che però l’abbandona una settimana prima del matrimonio. Tornerà qualche anno dopo (siamo nel secondo dopoguerra), quando Stella era ormai pronta a spposarsi con un altro uomo. Sebastiano saprà piegare le resistenze di Stella e della sua famiglia con la forza, le minacce e l’inganno.

“Stella sprofondò in un incubo, il peggiore che la sua mente avrebbe mai potuto immaginare. Si sentiva in colpa e responsabile per ciò che era accaduto ai genitori, dall’altra parte voleva invece farla pagare a Sebastiano e pure con gl’interessi. Bramava di vederlo marcire in carcere per tutto il male che aveva arrecato a lei e alla sua famiglia.”

Siamo in Sicilia, per l’appunto a metà del Novecento: la donna non sempre vedeva garantiti i suoi diritti e subiva trattamenti umilianti. Sebastiano poi si dimostra fortemente maschilista e privo di scrupoli!

Dal loro matrimonio nasceranno Santa, unica donna che saprà addolcire Sebastiano e che troverà la sua autonomia andando a studiare nel nord Italia, e Carmelo, da subito disprezzato dal padre per il colore chiaro dei suoi occhi.

«I veri masculi siciliani hanno gli occhi neri come i miei. Tutti i maschi del casato Sperlinga della Torre hanno gli occhi neri» e, rivolgendosi alla moglie, incalzò acido: «Sarai soddisfatta di avermi fatto questo ennesimo dispetto» e, senza aggiungere altro, prese a sbatacchiare il mazzo di rose sul tavolino tanto che a molte cadde la corolla. Con gli occhi iniettati di sangue buttò ciò che restava di quei fiori nel cestino della spazzatura e andò via sbattendo la porta e lasciando di stucco zia Cataldina mentre Stella piangeva sommessamente.”

Carmelo fin da piccolo predilige giochi e attività famminili, cosa che fa esplodere di rabbia il padre. Stella, la madre, prova a difenderlo e ad occultare quella che è a tutti gli effetti una disforia di genere: Carmelo fantastica di avere un corpo femminile e di vestirsi da donna. Anche lui dovrà subire tante delusioni e dolorose frustrazioni.

Stella e Carmelo sono le due figure emblematiche del romanzo: vivono dei profondi conflitti interiori e percepiscono l’umiliazione per gli atteggiamenti delle persone che incontrano nella loro vita. Si portano dentro grandi sensi di colpa e la convinzione di non essere adeguati in nessun contesto.

Gianfranco Sorge è psichiatra e psicoterapeuta e approfondisce in modo interessante i risvolti psicologici dei personaggi, oltre ad essere un esperto della sofferenza umana.

Il romanzo racconta un pezzo di storia del nostro paese e ci fa conoscere le tradizioni e le dinamiche culturali del sud Italia, il tutto curando anche la caratterizzazione e la psicologia dei personaggi.

Un romanzo che consiglio a tutti, troverete tanti spunti interessanti e verrete coinvolti con piacere nella storia di questa famiglia e delle loro sofferenze.

Le letture di Adso

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