L’ultima ragazza alla festa

Autrice: Bethany Clift 

Editore: HarperCollins Italia 

Genere: Narrativa Contemporanea          

Data Pubblicazione: 17 febbraio 2022 

Pagine: 444 

Prezzo: 9.99€ (Ebook) 17.10€(Cartaceo) 

Valutazione: 5/5 

“Mi piace ballare, ma non è una cosa che si può fare da soli. 

Ho sempre preferito avere con me qualcuno, qualcun altro da mettere sotto i riflettori per non sentirmi osservata, qualcuno che mi prenda per mano e mi aiuti se dimentico i passi, qualcuno con cui condividere la gioia. 

Ma quello era il mio vecchio mondo. 

Questo è il mondo nuovo, e se voglio ballare devo imparare a ballare da sola. 

Quindi, ho ballato da sola.” 

23 ottobre 2023. 

Un nuovo virus, chiamato 6GM, inizia a diffondersi negli Stati Uniti. 

La propagazione è veloce e in poco tempo riesce ad arrivare ai quattro angoli del mondo. 

Memori degli errori fatti nel 2020 con il virus del Covid-19, la Gran Bretagna attua fin da subito tutte le procedure di quarantena e distanziamenti, arrivando addirittura a far saltare il ponte della Manica pur di non dare modo a nessuno di entrare o uscire. 

Ma neanche in questo modo sono riusciti a salvarsi. 

Tutta la popolazione sta lentamente soccombendo al virus. 

Tutta… tranne una donna! 

A pochissimi anni dalla fine della pandemia di Covid-19, il mondo si trova a vivere un’altra catastrofe. 

Un nuovo virus mortale ha preso piede in America e si è rapidamente diffuso negli altri continenti. 

Viene chiamato 6GM perché l’aspettativa di vita, dalla comparsa dei primi sintomi, è di sei giorni al massimo e gli effetti sono devastanti tanto che il governo ha deciso di distribuire alla popolazione il T600, un farmaco che garantisce una morte più serena.  

La nostra protagonista, di cui non conosceremo mai il nome, assiste inerme alla morte di suo marito e di tutte le persone intorno a lei, ma sembra l’unica a non venir contagiata dal virus.
Per questo, una volta rimasta sola al mondo inizia a dare di matto buttandosi su alcool, droghe e nello shopping più sfrenato, pur di non pensare allo stato attuale delle cose. 

In un momento di lucidità si rende conto di dover provare a rintracciare qualche sopravvissuto e parte con un adorabile Golden Retriever al suo fianco. 

Per tutta la vita ha vissuto accontentando gli altri, plasmandosi alle persone che aveva di fianco per compiacerle fino a perdere completamente sé stessa: la carriera, il matrimonio, il modo di vestire, la scelta del quartiere in cui vivere, tutte, ma proprio tutte le decisioni importanti le ha prese solo per soddisfare le aspettative altrui. 

Ha incontrato suo marito nel momento peggiore della sua vita: depressione e attacchi di panico erano all’ordine del giorno e non le davano modo di vivere serenamente il suo lavoro e la vita sociale. 

Ora che si ritrova sola, si rende conto di essere incapace di provvedere a sé stessa e, nonostante la solitudine, ancora non riesce a liberarsi delle maschere abituata a indossare e cerca di comportarsi come se si trovasse in mezzo ad una folla di gente. 

Ma, a dispetto delle premesse, questo non è un romanzo di morte e disperazione bensì narra di nuovi inizi, di crescita e di una donna che si mette alla prova riscoprendo la sua vera essenza. 

Che dire… ho adorato questo romanzo! 

E l’ho adorato ancora di più quando ho scoperto che è il primo libro dell’autrice e che ne faranno un film! 

Una storia davvero da brividi se pensiamo al periodo che stiamo vivendo, ma se letta con una chiave diversa prende tutto un altro significato. 

La narrazione avviene attraverso gli occhi della protagonista che ci racconta l’esperienza sotto forma di diario, inserendo dei flashback che ci mostrano come vivesse ogni momento in modo distaccato, senza emozioni e come, invece adesso, sia divenuta consapevole di quanto le cose potessero andare in un’altra direzione. 

“Avevo tutto ciò che potessi desiderare. 

Ero al sicuro. Avevo James, un ottimo lavoro, un bell’appartamento, soldi. 

Era la vita perfetta, no? 

Ogni rivista, ogni pubblicità, ogni programma televisivo mi diceva che facevo una bella vita, che avrei dovuto essere contenta. 

Dovevo essere contenta. 

Dovevo essere contenta. 

Dovevo essere contenta. 

Invece non lo ero.” 

La scrittura è diretta, scorrevole e dotata di una macabra ma brillante ironia. 

Sebbene possa sembrare povero di azione, in realtà crea una curiosità crescente che porta a divorare il libro. 

Ho adorato come la protagonista si sia liberata dalle sue paure, come sia riuscita a vincere la dipendenza e come sia riuscita a ricostruirsi solo e unicamente grazie a sé stessa. 

Non so quante, nella sua stessa situazione, sarebbero state in grado di fare una cosa del genere. 

Con tutti i suoi problemi, la scelta più facile sarebbe stata suicidarsi con il T600, e invece, non senza qualche momento di sconforto, si è attaccata alla vita con tutte le sue forze. 

Soprattutto durante il viaggio alla ricerca di superstiti si rende conto di essersi annullata per amore, lentamente e in modo cosciente, e di non aver mai realmente preso una decisione di sua iniziativa. 

“Nessuno pronuncia il mio nome da più di tre mesi. 

È ancora il mio nome? Esisto ancora? Potrei essere chiunque. Sono davvero ancora io? 

Di sicuro non sono la persona che credevo di essere. 

Sono un’assassina, una prepotente, una ladra, una scassinatrice, un’ex drogata. Sono debole e ho paura e sono perennemente stanca. 

Ho l’impressione di aver mentito per anni su chi sono davvero. 

Non posso più mentire. 

Non penso che mi piaccia granchè la persona che sono diventata, ma d’altronde non mi piaceva più di tanto neanche la persona che ero prima del 6GM. 

E almeno adesso sono sincera su quello che sono.” 

L’epilogo è scioccante ma anche decisamente geniale: lascia libero il lettore di immaginare il finale migliore, ma in questo modo lascia anche parecchio spiazzati e incuriositi. 

Avrei voluto un epilogo dell’epilogo! 

È un libro che vi consiglio vivamente di leggere. 

Veronica Astolfi

Le letture di Adso

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