Il grido dell’aquila

Autore: Karin Smirnoff

Editore: Marsilio Editore

Genere: Thriller

Data di pubblicazione: ottobre 2023

Pagine: 442

Prezzo: 22 €

Valutazione: 4/5

In un capanno di boscaioli abbandonato in una riserva naturale si trova un uomo, lo “spazzino”. Osserva continuamente le aquile e gli procura la carne, controllandole ogni giorno.

“Non può fare a meno di considerarli come dei figli.”

Nei dintorni il terreno è impervio, un susseguirsi di boschi, stagni, torberie e rocce.

Qui non c’è nessuno. E quasi nessuno sa che si trova lì. Qua può essere “un uomo senza passato nè futuro.”

Nessuno appunto sa dove si trova se non una persona… il “fattorino”. Definizioni molto calzanti dato che il primo “spazza via” le persone che gli vengono portate dal “fattorino”.

Stavolta viene scaricato il corpo di una donna legata e anonima. Di solito la gente che arriva da lui si merita il proprio destino e non si pone neanche il problema di togliergli il sacco dalla testa nè quello di fare domande. Sa solo che deve uccidere chi viene lasciato nelle sue mani. Ciò non toglie che possa sfogare qualche piacere…

Lì vicino a Gasskas intanto la lappone Svala vive con la nonna da quando Mammamärta se ne è andata un mese prima. Da allora il patrigno Peter le gira sempre attorno e cerca di usare la sua intelligenza per fare soldi e riavere quelli di un vecchio debito della madre.

“Prenderai il posto di tua madre […] fino a quando il debito non sarà ripagato.”

La giovane deve scassinare una cassaforte e consegnare il contenuto alla banda Svavelsjō. Ma questa è vuota. 

Mentre si trova lì però qualcuno le lascia vicino, non sapendolo, una busta col suo nome e una chiave. Non ci sono indicazioni su cosa apra nè dove si trovi la serratura. Però una cosa è sicura: il Petrigno non l’avrà.

Ritroviamo una vecchia conoscenza… Mikael Blomkvist si è dedicato anima e corpo al Millenium e ora che non sarà più cartaceo non gli sembra vero. Dopo trentuno anni di giornalismo d’inchiesta anche lui ha dovuto accettare il fatto che il giornale diventerà un podcast. 

Al momento si trova in stazione per prendere un treno per andare a Alvsbyn per il matrimonio della figlia Pernilla che sta per sposare il City Manager del luogo Henry Salo. Sembra uno a posto ma forse se la tira un pò. Secondo la futura moglie ultimamente è molto paranoico. Mikael però non ha rapporti così stretti da permettergli di metterci bocca più di tanto.

Dai giornali locali apprendiamo che gli inglesi vogliono aprire una miniera a cielo aperto lì vicino, mettendo a rischio laghi e acqua potabile; inoltre è in progetto un parco eolico che sostituirà decine di chilometri quadrati di boschi, limitando gli allevamenti di renna.

Anche Marco Branco ha trovato un posto lì vicino dove costruire il suo grande bunker sotterraneo e sta aspettando che i suoi “cavalieri” si riuniscano per discutere di investimenti in stoccaggio di idrogeno altamente infiammabile utilizzando l’energia eolica. Da qualche parte bisogna pure iniziare a rischiare… ma stavolta il rischio è piuttosto alto.

“Se qualcosa va storto, salta in aria l’intero Norrbotten.”

Sia l’energia eolica che l’idrogeno saranno venduti al miglior offerente.

Il motorclub Svavelsjö lavorerà per loro e si occuperà della distribuzione nella Svezia del Nord. La concorrenza è formata da altre due aziende con cui dovrebbe dividere il terreno a disposizione. Ma è necessario spuntare la maggior parte: il 90 percento a loro e il 10 per le altre due. Sa esattamente come fare. Tutti hanno dei segreti scomodi, anche il City Manager su cui bisogna fare pressione.

“Se solo sapessi cosa può riportare alla luce un’agenzia di sicurezza.”

Henry ci racconta che anche quelli apparentemente forti in realtà possono avere un passato duro. Lui aveva un padre violento e ha perso i contatti col fratello Joar dopo essere stato affidato ad una famiglia diversa dalla sua. Ormai sono passati trent’anni e a volte si interroga su che fine abbia fatto.

Intuiamo che nè presente nè passato sono dalla sua parte. Infatti scopre presto che Branco gli ha versato sul conto la somma che deve per i debiti di gioco, una cifra davvero notevole da giustificare in caso di controlli. Quando arrivano anche le minacce non è più possibile tirarsi indietro.

Solo che non tutti i proprietari dei terreni vogliono cedere: tra questi la vecchia Marianne, Marta e i fratelli Hirak. 

Vediamo l’altra nostra vecchia conoscenza Lisbeth. 

Da quando è stata assunta alla Milton Security il carico richiesto alle sue abilità interpersonali è aumentato notevolmente, ma cerca sempre di declinare gli inviti ad uscire. Non riesce ancora a fidarsi delle persone, forte del fatto che la maggior parte di chi dà qualcosa vuole qualcos’altro in cambio. Non ha partner, nè figli, nè animali, nè piante. Solo la matematica che le fa più effetto delle benzodiazepine e le occupa quasi tutti i ragionamenti mentali quotidiani.

Alla morte della nonna di Slava viene chiamata come parente più prossima per un affido temporaneo. È infatti la sorellastra del padre, morto tempo fa. 

È sempre la solita vendicatrice, hacker, assassina che pensa sempre al passato. 

Non vuole una ragazzina nella sua vita. 

Non può occuparsene in quanto lavora sempre, odia la gente e come se non bastasse tempo fa le ha ucciso il padre… Dovrà trovare il modo di dirglielo….

Ma si tratta di una giovane molto intelligente e solitaria, proprio come lei e le ricorda il passato. Leggere il suo fascicolo la convince ad aiutarla.

Scopriamo che soffre del morbo di Vittangi, una neuropatia sensoriale per cui non sente nè dolore né freddo nè caldo. Quindi risulta qualcuno di cui doversi prendere davvero cura.

“Ci domandavamo se potesse fermarsi da lei per un paio di notti.”

Accompagnandola a casa non ci mette molto a capire che qualcuno la importuna e che la ragazzina, nonostante le apparenze, è spaventata. Per Lisbeth stare in guardia è naturale come mangiare o dormire e non le risulta difficile percepire il pericolo. 

Deve cercare di stabilire un rapporto di fiducia o Svala non si confiderà mai. Ma se è come era lei a tredici anni sarà davvero dura. Inoltre diventa il suo ponte col passato ed è costretta presto a rivelare dettagli scomodi sulla loro famiglia.

Lisbeth riconosce subito i volti del motorclub Svavelsjö tra coloro che satellitano in zona, noti per essere senza alcuno scrupolo. 

“Clonati direttamente dalla banca genetica del demonio.”

Mikael nel frattempo è convinto che Salo non la racconti giusta e si sente su di giri a poter rimestare nel torbido di nuovo dopo diverso tempo. Prova anche a contattare Lisbeth, ma lei è sempre sfuggente. 

Quando suo nipote Lukas viene rapito durante il matrimonio è necessario riportare in auge il suo intuito da giornalista. 

Pernilla adesso vede “come lo sguardo dell’aquila che punta il nido delle arvicole.”

Deve trovare il suo bambino. 

Nient’altro ha importanza. 

E se è colpa di Salo lo ucciderà. 

Sono sposati da meno di un giorno ma sente già che è finita. Da troppo le cose non procedono più per il verso giusto.

Lukas viene portato dallo spazzino, ma, a differenza degli ospiti precedenti, deve restare vivo. Riuscirà a convincere il rude carnefice a non ucciderlo quando il mandante cambierà idea?

Ma soprattutto… chi è davvero lo spazzino?

A questo punto vedremo Lisbeth e Mikael di nuovo ad indagare insieme, come ai vecchi tempi. Stessa indagine ma metodi diversi: lui più investigativo e nella retroguardia, lei sempre in prima linea e pronta a difendersi con le sue arti marziali. Cercheranno di capire chi ha rapito Lukas e quanto davvero il progresso eolico possa costringere le persone a mostrare la parte peggiore di loro in modi inimmaginabili.

Mikael vorrebbe davvero conoscerla bene invece di cercarla solo quando ha bisogno di una mano. Ha davvero preso una sbandata per questa giovane donna, ma lei sembra sempre tirarsi indietro o restare sul filo del rasoio.

La narrazione procede per punti di vista alternati tra più personaggi ed è scorrevole. Lo stile è semplice e assolutamente non pesante.

I protagonisti principali dal mio punto di vista sono gli abitanti della regione che sta per essere depredata. Nella loro volontà di proteggere la propria casa ci portano a riscoprire valori spesso sopiti nella società di oggi.

Seguono poi Svala in cerca di affermazione, Lisbeth e Mikael con le loro indagini e molte comparse. Il cattivo Branco ha spessore ma non a sufficienza da farlo ritenere un protagonista.

Le ambientazioni più importanti sono minuziose, mentre altre che restano sullo sfondo sono descritte in modo essenziale. L’autrice si sofferma molto sulla natura dei boschi e le caratteristiche ambientali della zona, mentre gli interni sono ridotti al minimo indispensabile.

La storia si svolge in poche settimane durante un autunno inoltrato e nevoso e resta aperta ad un seguito che attendiamo con ansia. In queste saghe non si fatica a trovare sempre un cattivo che odia le donne.

Secondo me l’eredità di Stieg Larsson, morto qualche anno fa, è in ottime mani.

Eleonora Ferrini

Le letture di Adso

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