Stjepan detto Jesus, il figlio

Autore: Maria Rita Parisi

Editore: Salani

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: Novembre 2020

Pagine: 112

Prezzo: 13,90€

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Valutazione: 4,5/5

Il libro racconta una realtà dura e dolorosa, diretta conseguenza della guerra nei Balcani, scoppiata negli anni Novanta.

È stata soprattutto una guerra etnica: i serbi, crotati e mussulmani si sono scontrati con immensa crudeltà. Una pratica diffusa, e suggerita dagli ufficiali, è stata quella degli stupri di guerra: i soldati serbi hanno violentato ripetutamente donne mussulmane, per umiliarle, distruggerle psicologicamente e per generare figli che potessero ricevere (in una società patrilineare) l’eredità serba del padre. Le violenze sessuali avevano dunque anche la valenza di pulizia etnica.

Si stima che siano state violentate tra le 20.000 e le 50.000 donne mussulmane.

Alcuni anni dopo il termine della guerra numerosi soldati ed ufficiali sono stati condannati per tali crimini di guerra. L’ONU ha obbligato la Bosnia a risarcire le donne vittime di violenza.

Il libro ripercorre proprio questi eventi: è narrato in prima persona da Stjepan, un bambino nato da una violenza sessuale da parte di un soldato serbo nei confronti di una donna mussulmana. Dopo soli sei mesi dal parto Mariaka lascia suo figlio Stjepan alla nonna e alla bisnonna: l’umiliazione, l’odio e la rabbia sono emozioni troppo forti per poter portare avanti la propria maternità!

Stjepan, a nove anni, parte per un viaggio per ritrovare la madre: è un viaggio alla ricerca delle proprie origini e della propria identità. Non sarà facile raggiungere sua madre ma durante il viaggio conoscerà molte persone affettuose ed accoglienti.

Riusciranno infine a ricongiungersi ma l’ombra del passato tornerà per chiudere gli ultimi conti…

Stjepan, seppur giovane dimostra una grande maturità e riesce a comprendere il dolore e le scelte della madre.

“La mamma non si è accorta che io ero sulla porta della cucina e ascoltavo i suoi lamenti e le parole che diceva, piene di odio e di rimpianto per la sua disgrazia. Aveva la testa tra le mani e io ho sentito che la sua disperazione era anche mia, che io ce l’avevo dentro, sotto la pelle, nel sangue. Nel cuore e nella mente. Come una ferita che non si può rimarginare. Io ero ferito e insieme ero la ferita e l’arma che continuava a ferire mia madre, soltanto per il fatto che ero vivo.”

Allo stesso modo vorrà incontrare suo padre biologico, anche solo per comunicargli che non sarà mai come lui.

“Forse conoscendomi potrà toccare con mano la risposta umana alla sua inumana violenza.”

La narrazione dal punto di vista del protagonista ci aiuta ad immedesimarci nella sua vita e dona leggerezza al romanzo, pur trattando temi complessi. Il libro infatti può tranquillamente essere letto da ragazzi della scuola secondaria inferiore.

L’autrice, Maria Rita Parisi, psicologa e psicoterapeuta è componente dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza ed è stata membro del Comitato ONU sui Diritti del Fanciullo. La sua esperienza scientifica, professionale e istituzionale l’ha portata a scrivere numerosissimi libri di carattere divulgativo, letterario e scientifico. Anche in questo caso, il suo libro unisce l’amore per l’approfondimento psicologico con la passione per la narrazione.

Stjepan ci aiuta a conoscere e a non dimenticare realtà recenti e ancora troppo feroci: libri come questi sono l’unico modo per arginare nuove terribili violenze!

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