L’essenza dell’assenza

Autore: Anna Chiara Cuozzo

Casa editrice: Dialoghi

Collana: Intrecci

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: dicembre 2021

Pagine: 286

Costo: 16,00 euro

Valutazione: 5/5

Quattro donne, profondamente diverse fra loro, che apparentemente sembrano non avere nulla in comune; quattro personalita’, quattro storie che finiranno per intrecciarsi tra loro nel momento in cui tutte e quattro giungeranno a percepire il vero senso della mancanza e della perdita, ossia “l’essenza dell’assenza”.
Sullo sfondo un paese, l’Argentina alla fine degli anni ’70, alle prese con un dura dittatura militare.


In questo breve e toccante romanzo Anna Chiara Cuozzo affronta una tematica molto profonda e drammatica, quella della perdita, che inevitabilmente per ciascuno rappresenta il distacco da uno dei tasselli dell’esistenza e determina un vuoto profondo nell’anima.
Nel libro vengono scandagliati diversi tipi di perdita: la piu’ palese e’ quella conseguente ad un lutto, ma ve ne sono altre attrettanto destabilizzanti.
La presenza sospesa di chi viene fatto scomparire nel nulla, la potenza di parole scritte su carta ma mai pronunciate, l’odore pungente di uno scantinato in cui si complotta con un regime militare dispotico, il significato profondo di un odore e di una fragranza per chi resta.

Le quattro protagoniste, ciascuna a suo modo, cercano, nel corso di tutta la narrazione, di sconfiggere le proprie paure, di liberarsi da quelle catene invisibili che imbrigliano la loro esistenza, di smettere di sopravvivere per iniziare finalmente a vivere.
Adela si trova a fare i conti con la perdita di una figlia, con un desiderio ed un segreto che si e’ tenuta dentro per tutta la vita; Luz lotta con la smania di amare liberamente e di essere amata e libera; Alma crede di fuggire dal suo passato, ma in realta’ il suo viaggio non e’ altro che un andargli incontro e scoprire una scottante verita’.
In questo strenuo tentativo un ruolo determinante svolge la memoria.

“Dimenticati l’amore che ti e’ mancato da piccola, dimentica le sgridate, gli sguardi apatici, i momenti in cui non ci sono stata e quelli in cui sarebbe stato moglio che non ci fossi. Dimenticati il motivo per cui, su quei tuoi bellissimi occhi, c’e’ sempre stato un velo di intangibile tristezza. Ricordati di loro due, invece, ricordati dei tuoi genitori”.

Per Alma la prematura scomparsa della madre costituisce il pungolo necessario per indurla a compiere un viaggio oltreoceano al fine di comprendere se stessa e conoscersi, per poter finalmente liberare i suoi sentimenti dal gelo in cui l’indifferenza di sua madre li ha relegati.

“Non potro’ mai stare con Jorge, non potro’ mai essere felice con nessuno. Non fino a quando non trovero’ finalmente il mio posto, non nel mondo quanto piuttosto dentro me stessa”.

Adela invece e’ una mamma che vive la sua restante vita unicamente per tenere viva la memoria di cio’ che sua figlia Luz e’ stata e che lotta per rivendicare la sua liberta’ e quella di Luz e che, unitamente ad altre madri dei desaparecidos, assistera’ alla nascita” della sua figlia piu’ desiderata, la giustizia”.

“Soltanto anni dopo sarei riuscita a raccontare a quelle donne di mia figlia eppure, in quel momento, mi sarei resa conto che non ero piu’ sua madre. Ero la madre dei figli di Hebe, la madre del figlio di Jasmine, la madre di Juan. Ero la madre di tutti loro.”

In una continua alternanza di passato e presente, attraverso una serie di lettere che Maria lascia a sua figlia Alma, oltreche’ alla narrazione delle diverse vicende secondo i punti di vista delle protagoniste, in un crescendo continuo di emozioni contrastanti, assistiamo alla ricostruzione di una storia che vede intrecciarsi le vite di queste quattro donne, in un arco temporale di circa trent’anni.

“Stavolta non mi accontentero’ di restare in superficie: io voglio sapere la verita’ e voglio saperla tutta, voglio conoscere ogni dettaglio di questa storia, ogni particolare che possa aver segnato cio’ che sono stata e cio’ che sono ancora. Questa volta non faro’ come lei. Non lascero’ nulla tra le righe”.

Molto curata la caratterizzazione dei personaggi e non solo di quelli principali, ma anche di quelli che orbitano intorno alle protagoniste. In maniera molto naturale e coinvolgente, l’autrice descrive il mondo interiore dei personaggi: di ciascuno di essi il lettore riesce a percepire le emozioni e i sentimenti che li animano, li sentiamo vivi e vividi, reali e senza filtri, con i loro difetti, le loro contraddizioni, le loro insicurezze.
In particolare, emerge la figura di Thiago, che incrocera’ la sua esistenza con quella di Alma. Nella rappresentazione che ne fa l’autrice, Thiago incarna il simbolo dell’empatia, per il suo riuscire ad accogliere la freddezza di Alma senza giudicarla, per l’accettazione e la condivisione quasi del suo dolore senza conoscerne le motivazioni, per il suo riuscire ad essere per lei un conforto e un rifugio, nonostante tutto.

Lo stile del romanzo e’ scarno e diretto, la scrittura schietta e sincera e contraddistinta da un continuo mutamento di toni ed intensita’ in funzione proprio delle divese situazioni rappresentate.
Un romanzo ricco di significati, penetrante, toccante, che riesce a suscitare emozioni profonde in chi legge, che parla di rapporti umani e relazioni con una prosa vibrante ed intensa.

“Forse un giorno ci rincontreremo io, te e Luz, e allora potremmo chiederci tutto cio’ che non abbiamo potuto e dirci tutto quello che ci siamo tenute dentro, guardarci per cio’ che siamo realmente e conoscerci da capo, come se fosse la prima volta”.

Alessandra Verrucci

Le letture di Adso

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