La casa del Carrubo

Autore: Barbara Bellomo

Casa editrice: SALANI EDITORE

Genere: Narrativa storica

Data di pubblicazione: 26 maggio 2022

Pagine: 336

Costo: 16,90 euro

Valutazione: 4,5/5

“La casa del carrubo” “e’ un’opera di fantasia che muove tuttavia i suoi passi da eventi storici realmente accaduti”.
Cosi’ l’autrice, Barbara Bellomo, ci illustra la genesi di questo splendido romanzo, che fonde abilmente i ricordi personali del padre, della famiglia e del suocero, agli eventi storici accaduti nella Sicilia degli anni ’40, nei mesi dello sbarco degli alleati sull’isola.

“Ma chi lo avrebbe detto che quella piccola isola del Mediterraneo sarebbe stata tanto importante per la guerra mondiale? Che quell’isola di conservatori sarebbe stata tanto utile per sferzare il decisivo colpo di grazia a Mussolini?”

Ne “La casa del carrubo” ci viene raccontata la vita di due famiglie siciliane, i Floridia e i Villalba, in questo specifico contesto storico.
I primi vivono a Catania, ma dopo i bombardamenti che nel ’43 distruggono la loro casa, Vittorio, il capofamiglia, decide di rifugiarsi ad Acate, presso la “casa del carrubo” di proprieta’ del farmacista del paese, Don Luigi Villalba, amico di famiglia.

“<Tu rimani con la mamma e i tuoi fratelli, io vado a casa. Riempio due valigie e torno. Poi ci muoviamo verso la stazione>. <Per andare dove?>. <Ad Acate, da Don Luigi, il fratello maggiore del mio amico Nini’>.”

In un primo tempo pero’ partiranno solo la moglie Agata con i figli, mentre Vittorio rimarra’ a Catania nel tentativo di recuperare qualche bene di proprieta’ tra le macerie del loro appartamento bombardato.

“<Io vi raggiungo fra qualche giorno. Il tempo di recuparare le nostre cose. Abbiamo lottato una vita per la casa di via Plebiscito. Devo tornare li’. Salvare tutto e spedirlo con un carro in campagna, ad Acate. […] Temo che a breve il nostro appartamento sara’ preso d’assalto dagli sciacalli. Lo svaligeranno. I miei libri, il grammofono, i mobili, le stoviglie …>..”

Ad Acate nella grande casa vivono inoltre Assunta, sorella di Luigi, rimasta vedova e che da poco ha perso anche l’unico figlio e sua figlia Nunzia, giovane intelligente e intraprendente che lavora con lo zio in farmacia; oltre alla domestica Lina.
Le esistenze di queste famiglie inevitabilmente si intrecciano tra amori, intrighi, amicizia e solidarieta’, dando vita a un grande romanzo corale.

“Cosa accadrebbe nella sua vita se Vittorio e Agata bussassero davvero alla sua porta? Il passato e’ destinato a rimanere sempre passato? ”

Sullo sfondo la Storia, con la S maiuscola e in particolare un evento drammatico, la seconda guerra mondiale e lo sbarco in Sicilia degli alleati, e alcuni dei suoi protagonisti (da Winston Churchill a Roosevelt, da Eisenhower ad altri gerarchi fascisti) che, con un solo ordine, hanno potuto cambiare la vita di tutti.

Punto di forza del romanzo sono i personaggi, cosi’ vividi e realistici, di cui riusciamo a cogliere le preoccupazioni, il dolore e le gioie, tutti descritti in maniera puntuale e ben caratterizzati, ciascuno portatore di emozioni e sentimenti profondi che li guidano a compiere scelte a volte giuste, a volte impulsive ed inafferrabili.
Vittorio e’ un uomo coraggioso che mette a repentaglio se stesso per il bene dei suoi cari e che, nonostante la menomazione fisica subita a causa della guerra, trovera’, nell’amore per la sua famiglia, il motivo per continuare a vivere;
Luca e’ cosi’ giovane e incosciente, ma a causa della guerra si trovera’ suo malgrado a fare scelte da adulto;
Don Luigi e’ un uomo forte che si e’ fatto da se, che ha lottato per la sua affermazione personale, ma, in fondo, e’ di animo buono, non esita a rischiare la sua stessa vita per la propria famiglia e per chi ama, ma anche per un ideale che lo trascende, e’ un uomo leale e fedele, custode di un segreto inconfessabile che protegge ad ogni costo.

“Sono giorni che si trattiene da quell’incontro, combattuto tra due forze opposte: affrontare i fantasmi del suo passato per il sentimento che ancora cova sotto le ceneri, o lasciare che il velo del tempo protegga il loro segreto, come gli suggerisce la ragione. Alla fine, pressato dal corso della Storia e dalla precarieta’ che aleggia intorno, ha deciso.”

Quanto ai personaggi femminili Agata, costretta a vivere con i figli lontano dal marito, trova in se’ un’incredibile forza d’animo per affrontare e superare le innumerevoli difficolta’ e il dolore che la vita le ha riservato; Assunta e’ apparentemente isolata da un mutismo assoluto ma nel momento del bisogno trova la forza di reagire; e ancora Nunzia, giovane piena di vita e di passione, e’ convinta che le bombe nulla possono contro l’amore; e infine Lina, sempre presente e disponibile ad aiutare gli altri e sempre pronta a redarguirli con i suoi proverbi siciliani e la sua infinita saggezza.

“Bonu tempu e malu tempu non dura tuttu u tempu.”

Le vicende dei protagonisti sono anche quelle di tante famiglie “normali” che si sono trovate, loro malgrado, ad affrontare gli orrori della guerra, uniti dalle stesse sofferenze e dalla paura per l’incertezza del futuro.
Una guerra “piena di hybris. La tracotanza e la voglia di prevaricare sugli altri mostrata dai tedeschi, per primo da Hitler; il senso di impunibilita’ e di intoccabilita’ di cui si era ammalato Mussolini, sedotto dal potere; la superbia di Churchill, che ha sedotto l’Europa in guerra; l’orgoglio di Roosevelt, che lo ha spinto ad agognare il controllo economico delle terre oltre oceano e chissa’ quale altro desiderio di prepotenza si nascondeva nell’animo di Stalin. Tutti accecati dalla hybris.”

Quanto allo stile del romanzo, apprezzabile la struttura del testo, articolato in capitoli brevi, in ciascuno dei quali diversa e’ l’ambientazione (Casablanca, Catania, Londra, Berlino, Roma) e diversi sono gli attori sulla scena (dagli umili popolani ai membri delle forze armate, ai grandi statisti del tempo), nonche’ la scrittura, fluida ed accattivante e infine la trama, giusto mix tra storia, finzione e mistero, che rende la lettura piacevole ed interessante.
“La casa del carrubo” offre anche un ritratto di una Sicilia e di un popolo fiero e tenace, ma ancora legato a pregiudizi ancestrali riguardo alle donne, sottomesse e sottoposte a rigidi vincoli imposti dalla tradizione, ritenute incapaci di ricoprire determinati ruoli sociali, che invece dimostrano, ancora una volta, un’indefessa e incrollabile forza d’animo.

“Poi un giorno l’aveva portata alla casa e, con tono serio, le aveva detto che era sua, ma che doveva essere consapevole delle conseguenze del suo desiderio di liberta’, perche’ se nel medioevo l’avrebbero presa di certo per una strega, in quel paese della Sicilia in pieno regime fascista sarebbe passata comunque per una mezza matta.”

Un unico appunto: i capitoli dedicati alle tattiche di guerra, anche se in parte romanzati, a mio avviso hanno, in alcuni punti, specie all’inizio, appensantito la narrazione, dimostrando al contempo pero’ il grande lavoro di documentazione e ricostruzione storica compiuto dall’autrice.

Nel complesso un romanzo che parla di guerra, di orrori, di rinunce, di scelte sofferte, di sacrificio, ma che trasmette anche un messaggio di speranza, quello secondo cui l’amore per la famiglia e’ in grado di sconfiggere l’orrore e alimentare quella linfa vitale che consente di resistere e guardare avanti anche quando tutto sembra perduto.

“Cosi’ chiude gli occhi e deglutisce. Quando li riapre guarda i brandelli delle tende, che si muovono mossi dal vento autunnale. Quelle tende, pensa, sono proprio come lei. Scampoli di una vita che non esiste piu’. Di una vita che la guerra ha spazzato via.”

Alessandra Verrucci

Le letture di Adso

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