La canzone di Achille

Autrice: Madeline Miller

Editore: Marsilio

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: 2019

Pagine: 382

Prezzo: 13€

Valutazione: 4/5

Ho deciso di leggere “la canzone di Achille”, romanzo di esordio di Madeline Miller, incuriosita dall’interesse mediatico che ha suscitato, soprattutto, pare, nei lettori più giovani. E questo mi ha portato a pensare che il libro dovesse avere un quid in più rispetto ad altri libri per attirare con questo clamore. Ho esitato in un primo momento ma poi ho detto: basta devo leggerlo anch’io.

La storia prende inizio dal giovane re Menezio che sposa Stenele e da cui nasce Patroclo. Patroclo è gracile, timido, lento, incapace di gareggiare anche con i ragazzi più piccoli di lui ed è tutt’altro il figlio che il re avrebbe voluto.

Un giorno in un litigio Patroclo  uccide un bambino, il padre lo allontana dalla reggia e lo manda in esilio dal re Peleo. Qui il piccolo Patroclo vive chiuso nel suo risentimento e nella sua rabbia, si mantiene lontano dagli altri bambini. Conosce Achille bambino pure lui ma è l’esatto suo opposto: è bello, forte, sicuro di sé, ne è attratto e a lui lancia timidi sguardi furtivi. Ma sarà Achille che siederà al suo tavolo e cominceranno a conoscersi.

Achille viene mandato dal centauro Chirone e Patroclo non potrà fare a meno di seguirlo. Inizia cosi il periodo di addestramento dei due ragazzi durante il quale ognuno seguirà la propria vocazione. Durante questo periodo avranno modo di rafforzare la grande amicizia che li lega ma scopriranno anche il reciproco desiderio ad amarsi e daranno spazio a questa passione. 

Niente di strano tant’è che nell’antica Grecia era normale avere rapporti omosessuali durante l’adolescenza, quasi fosse ritenuto un apprendistato alla sessualità adulta. Ma per Achille e Patroclo non sarà cosi. Per loro nasce un amore grande e puro che li accompagnerà sempre nella loro pur breve vita. Per loro è una vera storia d’amore che la Miller descrive senza mai cadere in una esposizione pruriginosa.

Ma Achille ha un suo destino al quale non potrà sfuggire e anche Patroclo ha la sua sorte segnata.

Insieme partono per la guerra di Troia e l’epilogo è funesto per entrambi.

Le due giovani vite vengono spezzate dal destino.

Molte sono le pagine che ho riletto più volte come quelle dell’incontro tra Patroclo e Teti, madre di Achille che ha sempre ostacolato il loro grande amore ma, finalmente Patroclo riesce a farle accettare il loro amore e sarà Teti ad incidere il nome del giovane sulla tomba del figlio e lo esorta ad andare da lui. Cosi i due potranno vivere insieme nell’al di là.

Leggendo il libro ho capito del successo presso i giovani: hanno assistito ad una storia di amicizia prima e d’amore prima. Amicizia e amore. Sentimenti forti e duraturi fino alla morte, morte che unisce i due protagonisti  perchè le loro ceneri verranno mischiate in una unica urna per l’eternità.

Come non potevamo i giovani lettori rimanere presi da questi sentimenti? Ognuno sogna un amore vero e forte.

Eppure ho rallentato la lettura del romanzo in più pagine, perchè? La storia è raccontata con una prosa leggera e accattivante ma è stata soprattutto una storia d’amore e gli altri elementi dell’epica classica sono stati tenuti in secondo ordine e a me, lettrice innamorata dell’Iliade, non mi poteva bastare e mi sono mancati tanto. Mi è sembrato quasi come se l’occhio contemporaneo con cui la scrittrice ne ha parlato fosse un recinto a tutto quello che il poema porta dentro di sé.

Certamente un buon libro ma le mie aspettative andavano anche su altri fronti e non sono state completamente appagante.

Le letture di Adso

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