Il killer di ghiaccio

Autore: Ross Greenwood

Editore: Newton Compton Editore 

Genere: Thriller

Data di pubblicazione: novembre 2022

Pagine: 578

Prezzo: 13 €

Valutazione: 5/5

A San Valentino Ellen sta andando da una vecchia compagna di scuola elementare, Scarlett Starr, per prendere in prestito un vestito per un raro appuntamento galante. 

“Quanti anni sono che non hai un appuntamento decente per San Valentino?”

La sua vita effettivamente non sprizza felicità. Lavora in un call center, non ha storie serie praticamente da sempre e vive talmente vicino ad un cimitero da riuscire a leggere alcune lapidi dalla finestra del soggiorno. 

È una mattina grigia quando trova un messaggio in segreteria della madre che alla sera precedente non si sentiva bene e aveva la sensazione che le stesse per succedere qualcosa. Uscendo vede che una densa nebbia ha ricoperto le strade, abbassando la visibilità a solo una ventina di metri. Sembrano le due del mattino invece delle sei. 

“Cosa mi aspetterà a casa della mamma? Dovrei preoccuparmi?”

Una volta giunta, la situazione è critica e, nonostante la corsa immediata in ambulanza, l’anziana muore nel giro di poco tempo. 

Dopo il funerale per Ellen è davvero dura restare sola, tanto da pensare al suicidio. Ma poi un pensiero la fulmina e la fa stare meglio:

“Sono sempre stata la vittima. Perché dovrei essere io a morire?”

Rabbia e vendetta si affollano nella sua mente ripensando ad alcuni episodi del passato. 

Nel giro di qualche giorno si placa e decide di uscire a bere qualcosa. La sfortuna porta sulla sua strada due ex compagni di scuola che a quei tempi avevano abusato di lei e che purtroppo lo faranno di nuovo nottetempo. Al risveglio per scappare è costretta a difendersi e ad ucciderli. Il senso di colpa è enorme, ma ha la sensazione che l’ingiustizia voglia perseguitarla.

“Non voglio passare neanche un giorno in carcere per via di questi sfigati.”

La scusa che si racconta è che la necessità a volte spinge a fare cose incredibili in situazioni di stress emotivo molto forte.

“Sono stata molte cose nella mia vita ma, da stanotte, sarò sempre un’assassina.”

Nel frattempo la squadra di Peterborough, gestita della Cox, ha appena catturato il killer di anime e sta facendo i conti con le ripercussioni del caso. L’ispettore Barton è stato il più ferito e riesce a rientrare a lavoro dopo qualche settimana di riposo forzato, mentre gli altri stanno abbastanza bene e devono giocarsi la promozione per sostituire l’ispettrice capo durante la sua assenza per maternità. 

Non appena la squadra è di nuovo al completo vengono chiamati ad indagare sui tre cadaveri su cui ha agito Ellen.

Pensano, però, che l’assassino sia un uomo, a causa della brutalità e della forza necessarie per commetere la truculenza che trovano sulla scena del delitto. 

Una volta ritrovati i corpi Ellen sa che la polizia troverà il suo DNA.

“Sta a me decidere cosa fare con le settimane, o forse persino i giorni, che mi rimangono.”

Nonostante parte di lei sappia che si tratta di un evento che dovrebbe rattristarla arriva sempre alla medesima conclusione.

“Più ci penso e più credo che se lo siano meritati.”

Ritrovare un altro precedente ex la porta a fare di nuovo pensieri sanguinari. Sente qualcosa scattarle proprio dentro, una sorta di potere da giustiziere.

“Sono uomini esauriti e inutili, e ho bisogno di far loro del male.”

Una sera sotto casa la attende una vera sferzata: un uomo di nome Ted Deacon dice di essere suo padre e di essere stato assente finora perché rinchiuso in un ospedale psichiatrico per anni. Qualcosa non torna e scoprire che si tratta di un pluriomicida non è confortante… che i geni sanguinolenti siano ereditari?

La polizia intanto ha trovato il DNA della ragazza, ma non è schedata. Risulta solo che anni prima si trovava in un’altra scena di omicidio. A meno che non fosse un suo parente stretto ad essere stato coinvolto. Inoltre il sistema HOLMES trova la similarità con una vecchia conoscenza, appunto Deacon, noto per aver ucciso nei momenti in cui non prendeva le medicine dategli dagli psichiatri. Anche loro si domandano se i geni di omicidi psicotici possano essere ereditari.

Quando vengono trovati ulteriori tre cadaveri nella zona diventa difficile credere che sia tutto indipendente.

“C’erano troppe stranezze per poter credere che fosse soltanto una serie di coincidenze.”

Ellen continua a passare da momenti bui a momenti più lucidi. Riordinando casa ritrova alcuni diari di quando era alle superiori e scopre eventi che non ricorda affatto. Che sia sempre stata lei il problema?

“Il mio passato è come una foresta avvolta nella nebbia.”

Quand’è che la coincidenza supera il ragionevole dubbio? Ci sono sette cadaveri ed Ellen ha un collegamento con tutti. Ma la squadra si trova con poche prove per poter agire con sicurezza

“Se la portiamo in tribunale e viene dichiarata innocente, non avremo un’altra occasione.”

Il doppio rischio (double jeopardy) è un principio dell’ordinamento giuridico britannico che protegge l’individuo dall’abuso di potere statale. Impedisce infatti alla polizia e al pubblico ministero di indagare e perseguire più di una volta la stessa persona per lo stesso crimine, senza una valida ragione. Quindi in certi casi è necessario attendere di avere prove di colpevolezza assolutamente certe. 

Una volta messa con le spalle al muro la prima frase di Ellen suona inquietante. 

«La verità vi sconvolgerà».

Solo che può dire quello che vuole e nessuno potrebbe smentirla, dato che sono tutti morti.

Barton sente di trovarsi davanti a un caso al di sopra delle sue capacità. La giovane non lo convince.

È di una rara vulnerabilità che fa provare compassione, anche se c’è qualcosa che ti avverte di starle lontano. 

Era necessariamente giunto il momento di scavare nella vita passata e presente di Ellen. Avrebbero cercato le più piccole incongruenze nella sua versione e, se ce ne fossero state, Barton avrebbe fatto leva su di esse per arrivare alla verità.

L’autore ha fatto la guardia carceraria per quattro anni e questo lo ha aiutato solo in parte nella stesura delle pagine, mentre ha dovuto chiedere aiuto a esperti del settore per costruire tutta la storia.

Lo stile è scorrevole e colloquiale, sia nei dialoghi che nei monologhi introspettivi. Il ritmo sale e scende fin da subito e a seconda della scena che stiamo vivendo.

Le ambientazioni non sono esposte in modo dettagliato, ma solo quanto basta per delineare un contesto in cui immaginare le azioni.

Tutta l’attenzione è invece per i personaggi presentati a tutto tondo e ben distinti tra loro. La protagonista principale è senza dubbio Ellen, con i suoi momenti di trance alternati con quelli di lucidità, ma ferma sempre nella sua analisi glaciale (da qui il titolo) dei fatti e delle strategie migliori da predisporre. Il suo punto di vista viene presentato a capitoli alterni per consentirci di identificarci con lei e, credetemi, è davvero molto interessante “vedere con la sua mente”.

Troviamo come antagonista Barton che deve destreggiarsi nel nuovo ruolo di Ispettore capo senza avere grossi aiuti nè formazioni, diviso tra la gioia di un lavoro più sicuro e d’ufficio e la mancanza del precedente ruolo sul campo.

Si tratta del terzo volume della serie, ma è indipendente dalla lettura degli altri, ponendosi più avanti dal punto di vista cronologico e con un nuovo caso separato. 

L’autore chiede di fargli sapere se i lettori vogliono un quarto volume. Noi lo vorremmo… e voi?

Eleonora Ferrini

Le letture di Adso

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