Un sicario alla corte dei Gonzaga

Autrice: Tiziana Silvestrin 

Editore: Scrittura & Scritture 

Genere: Giallo storico                                               

Data Pubblicazione: 14 aprile 2015  

Pagine: 243 

Prezzo: 5.99€ (Ebook) 13.78€(Cartaceo) 

Valutazione: 4.5/5 

“Qualcuno aveva tentato ancora di uccidere il duca e per la seconda volta era rimasta uccisa una persona che non c’entrava niente. 

Di nuovo era apparsa una lettera anonima che imputava l’omicidio a un uomo dalla dubbia reputazione, così che l’accusa sembrasse credibile. 

Chi voleva la morte del duca a tutti i costi e perché? 

Chi si nascondeva dietro tutto ciò? 

Chi poteva essere il misterioso assassino? 

Un sicario inviato da Ranuccio Farnese, Virgilio Marone, il misterioso visitatore notturno di suor Lucenia? 

Oppure una spia dei turchi, come sosteneva il Donati?” 

Ci ritroviamo a Mantova nel 1588. 

Un efferato sicario si muove sicuro all’interno di palazzo Ducale, attentando più volte alla vita del duca Vincenzo Gonzaga, ma colpendo al suo posto degli innocenti.  

Chi può volere la sua morte e perché? Forse un antico nemico dei Gonzaga deciso a chiudere un conto in sospeso? O qualcuno determinato a far desistere il duca dal prendere parte alla crociata contro i turchi? 

Intanto a Costantinopoli nell’harem del sultano la splendida favorita, con la complicità della giovane Neda, trama contro il sultano stesso.  

Solo il coraggio e l’acume di Biagio dell’Orso possono arrivare alla verità e trovare il mandante del sicario, anche se è costretto a dividersi tra il senso del dovere e la voglia di ricongiungersi con la sua dolce Rosa.  

Non serve guardare troppo lontano per trovare il colpevole: a volte la soluzione è proprio sotto ai nostri occhi! 

Vincenzo Gonzaga ha finalmente preso il posto di suo padre, diventando un duca molto amato dal popolo grazie anche alla sua generosità e al suo amore per le feste. 

Ma non tutti sono dello stesso avviso e, infatti, mentre lui si delizia con gli spettacoli delle compagnie teatrali, qualcuno alle sue spalle tenta più volte di avvelenarlo. 

Riesce a sfuggire, fortunatamente, agli agguati ma a rimetterci sono suoi collaboratori, vittime innocenti, e questo il capitano Dell’Orso non riesce proprio a sopportarlo. 

Ma a parte un serpente orientale e una gemma non ci sono indizi che possano far luce sul mandante dell’omicidio. 

Troppe persone potrebbero volere la morte di Vincenzo: che siano i Turchi contro i quali si appresta a battersi in Ungheria a difesa della Cristianità, e soprattutto dell’Impero? 

Che si tratti di Ferruccio Farnese, la cui sorella è rinchiusa in un convento a Parma dopo l’annullamento del matrimonio con Vincenzo, per l’impossibilità di lei di poter congiungersi con il marito e quindi di procreare? 

Che c’entrino i Medici e soprattutto Bianca Capello, cortigiana veneziana, poi amante di Cosimo e infine diventata sua moglie, sul conto della quale i Gonzaga avevano non poco spettegolato?  

La risposta potrebbe essere scontata, ma non lo è; quindi, non vi resta che tuffarvi nella lettura e scoprirlo da voi. 

Terzo capitolo della Saga dei Gonzaga, un capitolo ricco di magia, illusioni e ovviamente di mistero… 

A differenza del capitolo precedente nel quale la storia si svolgeva su due piani temporali differenti, qui ci troviamo davanti a una narrazione che si sposta tra l’Europa e la Turchia, nella ricca capitale di Costantinopoli. 

Le vicende personali del capitano Biagio dell’Orso si intrecciano all’indagine e alla descrizione della crociata intrapresa dal Duca Vincenzo ma, a differenza dei volumi precedenti, abbiamo ben chiari i ruoli dei vari personaggi, che ormai abbiamo iniziato a conoscere meglio, e quindi la scrittura appare più fluida e scorrevole.  

L’autrice questa volta ci fa conoscere un po’ del passato del capitano Dell’Orso, che ci svela a poco a poco il motivo del suo atteggiamento: piccole tessere di un uomo forse ancor più complicato delle indagini stesse. 

Conosciamo meglio anche Rosa e Marcello Donati, le due figure più vicine a Biagio. 

Inoltre, sono rimasta davvero affascinata da Sidereus alias Teofrasto, alias Anubi, alias Ariel Colorni e sua figlia: una coppia di maghi truffatori che, oltre a portare una ventata di simpatia, si sono rivelati anche ottimi aiutanti. 

Le descrizioni sono essenziali e funzionali alla ricreazione dell’ambiente e continua ad essere presente un narratore onnisciente che ci dà modo di conoscere tutti i pensieri dei personaggi. 

Come al solito la scoperta dell’assassino non è per niente banale e, anche se l’autrice lascia molti indizi all’interno del libro, non è facile conoscerne l’identità.  

Non è un racconto con colpi di scena o scene particolarmente emozionanti, ma riesce lo stesso ad attirare l’attenzione su di sé, tanto da non riuscire a fermarsi finché non si arriva alla fine. 

Una fine che ci lascia trepidanti in attesa del prossimo capitolo: 

“Appena rientrati a Mantova è meglio che tu, Biagio, vada nella basilica di Sant’Andrea. Sai che stanno lavorando per costruire una cripta dove conservare i sacri vasi con la reliquia del sangue di Cristo?” 

“Si, e allora?” 

“C’è qualcosa che devi vedere, qualcosa… di spaventoso.”

Veronica Astolfi

Le letture di Adso

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