Racconti dall’aldiquà

Autore: Franco Piol

Editore: Augh

Collana: Frecce

Genere: Racconti

Data Pubblicazione: maggio 2020

Prezzo: € 13,64 cartaceo;

Pagine: 154

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Valutazione: 4,5/5

“Profili di carbone ardente, grumi di una via affollata, scivola la lava incandescente nella lunga, infinita passeggiata. E quanta gente, tanta, arranca nella scia dei miei pensieri linea fredda, grigia e stanca sono quei volti passeggeri.

12 istantanee di vita, di stati d’animo, di dichiarazioni d’amore. Un cammino di carta che ti porta nei segreti, nelle paure, nel dolore e nei sogni dei protagonisti.

Questo libro è un cofanetto di sensazioni che percepisci in ogni pagina che leggi. 12 bellissime fotografie scattate dalla penna di Franco Piol.

Un itinerario sentimentale, un percorso di emotività nella vita reale di persone comuni che in chissà quale momento o situazione hanno catturato l’attenzione dello scrittore che li ha fatti diventare racconto.

“Arrivarono sotto il portone della figlia e rimasero un lungo minuto a guardarsi silenziosi negli occhi che invece parlavano d’amore.”

Questo viaggio tra le sfumature di tenerezza, parte da Adele e Leonardo, un amore dai capelli bianchi tenuto nascosto come un amore adolescenziale; per arrivare a Liam, clandestino con la passione della danza e Teresa, prostituta della periferia romana, accomunati da destini dolorosi; girando poi troviamo il collegio dei “mezzanelli” dove Alvaro divide i suoi savoiardi con l’anziana Suor Geltrude; si prosegue per una strada tortuosa ed ecco Berto e Maria l’amore al tempo dei partigiani e delle staffettiste; ci fermiamo al teatro dove Marilena emozionata è su un palco per l’ennesimo provino, e dopo entriamo dentro la galleria d’arte di Celestino innamorato della sua irraggiungibile Elenoire;

«Celestino, a modo suo, era davvero un personaggio che ben si inseriva in quell’ambiente stravagante e colorito, posto ai confini dell’assurdo e del surreale e le cui ancelle messagge­re si identificavano con la pittura in tutte le sue espressioni e con la poesia.»

Ed ecco la ciurma degli orfanelli, diretti per alcuni giorni al mare con le suore dell’Istituto; tra loro il piccolo Nando, che una sera, attratto dal suono di un violino, scivola via dalla sua brandina, e nella buia e desolata spiaggia, incontra un uomo venuto da molto lontano.

E come in ogni viaggio eccoci all’ultima fermata, che qui si chiama Amedeo, bravissimo attore, nato con problemi di salute, affetto da rachitismo che però non ferma la sua voglia di recitare e di innamorarsi di Angelo un prostituto conosciuto per caso una sera.

«Brutto, malfatto, emarginato in casa e fuori: eppure il giovane Amedeo, acuto, intelligente, dotato di una grande sensibilità e provvisto di una buona dose di amabilità, non si dava per vinto, lottando con tutte le sue forze nel mettersi sfacciatamente in gioco, acutizzando al massimo la sua efficace capacità di ap­prendere, la straordinaria facilità di comunicare».

Leggendo questi racconti non solo si sprofonda nel piacere della lettura ma ci si immedesima nella vicenda narrata con crescente partecipazione emotiva; sei spettatore, l’autore ci fa entrare dentro questi frammenti di realtà, di quella realtà che ti sembra, di per sé, instabile, equivoca e a volte ambigua.

Lo stile è semplice, delicato anche quando la situazione è un po’ forte, Piol rende credibile l’incredibile, come quando ci racconta di Celestino;

Ho sicuramente saltato qualche fermata di vita, ammetto che due racconti non mi hanno lasciato niente dentro, ma nonostante questo, Racconti dall’aldiquà, è uno dei viaggi più belli che ho fatto nel mondo delle parole d’amore.

«Il naviglio, blu e vermiglio, il naviglio, che cipiglio, il naviglio, che sconquasso, che scompiglio, il naviglio se ti piglio, il naviglio, passo passo, riprendeva a navigar!».

Franco Piol, tra le tante cose che fa è anche un regista e autore di testi teatrali, chissà se ha pensato di portare in scena questi racconti, secondo me, darebbe forma, non solo alle parole, ma anche alle emozioni, ed io come nel libro, sarei sicuramente spettatrice in prima fila.

Elena Dell’Ira

Le letture di Adso

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