Nessuno uccide la morte

Autore: Leonardo Palmisano

Editore: Fandango libri

Genere: Noir

Data di pubblicazione: agosto 2019

Pagine: 288

Prezzo: 17,50€

Valutazione: 4,5/5

Con “Nessuno uccide la morte. Mazzacani sulle tracce di Colucci” Leonardo Palmisano ci racconta la seconda avventura del bandito Carlo Mazzacani che abbiamo già conosciuto in Tutto torna. La sinossi dell’autore aiuta i lettori, che non conoscono questo testo, ad entrare immediatamente nella storia.

Siamo di nuovo in Puglia, dove le lotte tra le diverse mafie che vogliono spartirsi il territorio sono accese più che mai. Ogni accordo è un equilibrio instabile destinato a cadere allo scontro successivo. Gli interessi degli ‘ndraghetisti di Crotone sono concentrati da tempo su Taranto dove però c’è il boss Elia Colucci, da sempre alleato delle cosche napoletane, ma c’è anche il boss Oronzo Senese che ambisce a scavalcare Colucci. Senese, proprio per questo motivo, ingaggia una guerra contro Laura Delli Belli, della cosca napoletana, e lo fa in modo implacabile lasciandola senza rifornimenti di droga: ad ogni carico che arriva dall’Albania avvisa la guardia di finanza che interviene sequestrando la roba.

Fin qui niente di nuovo, Palmisano ci racconta una realtà che conosciamo bene ma, l’autore, da grande conoscitore delle cose mafiose, ci dà un altro tassello di relazione che, anche se detto e ripetuto, cercavamo di lasciarlo in un cantuccio dei nostri dubbi e cioè la corruzione dell’apparato dello Stato. Il finanziere che deve controllare infatti tiene per se una parte del carico della droga.

Si riaccende così lo scontro nella tormentata Puglia. Il boss Colucci, nel tentativo di raggiungere un accordo con gli ‘ndranghetisti della costa jonica, va in Calabria, accompagnato da Marco Maltempo, suo intimo compagno, il quale fa parte di una strana comunità retta da una specie di santona. Anche qui il malaffare malavitoso regna sovrano perchè la comunità in realtà è una copertura per il traffico di alcolici e di droga. Ma Colucci non rientra in Puglia e il suo compagno viene trovato ucciso e torturato in modo orribile. Partono le indagini su questo omicidio e ancora una volta Teresa Buonamica, capo della DRAP per la Puglia, ne assumerà l’incarico insieme alla collega e amica Daniela Vadalà della DIA di Catanzaro.

La notizia della scomparsa di Colucci arriva in Sardegna dove Mazzacani, collaboratore di giustizia, è esiliato. Mazzacani è ospite di Pantaleo, capo dell’anonima sequestri e ha una relazione con la sorella di quest’ultimo, ma lui è un uomo di azione e questa vita oziosa gli sta stretta, né gli va di entrare in affari con Pantaleo. Mazzacani si definisce un bandito e non un mafioso: ha una sua umanità. Umanità che lo spinge a decidere di tornare in Puglia per cercare l’amico Colucci.

Inizia la sua personale indagine. Il procuratore Buonamica gli consentirà di tornare in Puglia a patto che la informi di tutto quello che scoprirà. L’indagine porta Mazzacani a Lussemburgo dove scopriamo che gli ‘ndraghetisti calabresi si sono insediati da tempo in quel territorio, raggiungendo posizioni strategici nella società e un finale inatteso e sconvolgente svelerà il mistero.

La storia che ci racconta Palmisano ancora una volta ha un ritmo incalzante ma lineare che ci cattura fin dalle prime pagine e ci conferma ancora una volta di conoscere bene ciò di cui  parla. Le descrizioni, i dialoghi  sono tesi a mantenere la suspense e la nostra attenzione fino alla fine.  Anche il ricorso al dialetto, utilizzato soprattutto da Mazzacani, è finalizzato a rendere ancora più realistica la storia raccontata.

Le letture di Adso

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