L’orchestra rubata di Hitler

Autore: Silvia Montemurro

Editore: Salani

Genere: Romanzo storico

Data di pubblicazione: Maggio 2021

Pagine: 269

Prezzo: ebook  8.99€

Valutazione: 4.5/5

2003

Durante un concerto sinfonico a teatro un’anziana signora si alza in piedi e grida: “Quel violino era mio”, svenendo poi improvvisamente.

1927

Questa storia comincia con un’oca, un violino e due bambine.

Adele è un’ebrea marchigiana che vive con la sua famiglia e che ha adottato una piccola oca chiamandola Nella. L’animale inizierà ad essere talmente protettivo nei confronti della bambina da diventare aggressivo con gli altri e da portare il padre a decidere di allontanarlo.

Adi per ribellarsi partirà per Berlino con gli zii con il suo fedele violino al seguito.

1942

Elsa è una giovane rossa tedesca sposa di una SS molto più grande di lei. Il clima di guerra che si respira viene intervallato dall’ossessione di Hitler per la musica.

“Quando sentiva la musica, non c’era verso di trascinarlo altrove.”

La fanciulla non sa quale sia esattamente il ruolo di suo marito fino a che lui non le confessa di far parte di una ‘squadra speciale per la musica’:

“Il Fuhrer ha dato il compito a Gerigk di organizzare alcune squadre per reperire tutti gli spartiti, gli strumenti di valore[…]”

I racconti di uccisioni a sangue freddo e di saccheggi nelle case vuote degli ebrei la porteranno a chiedersi se l’uomo accanto a lei sia lo stesso sposato tempo prima.

“Cosa siete diventati? Perchè io non sono cambiata e voi si?”

Tra le case derubate ce n’è una che colpisce la donna: quella di Adele, di cui ha visto una foto. Anche lei era violinista e fin da subito tra loro nascerà una connessione mentale, pur non essendosi mai viste dal vivo.

Elsa scoprirà che gli ebrei “spariti” sono in realtà stati trasferiti in campi di lavoro isolati di cui non si sa praticamente nulla e, una volta scoperta la loro natura, tenterà il tutto per tutto per liberarla.

“Suoneremo insieme. Te lo prometto.”

Una narrazione piena di salti temporali e ansia continua in aumento di giorno in giorno. La solitudine di due ragazze più o meno coetanee ai tempi del Nazismo e divise dalla “razza” è descritta minuziosamente.

Lo stile è incisivo e semplice, a tratti graffiante per ricalcare la mancanza di umanità di quel periodo.

Un altro punto di vista storico che va assolutamente conosciuto.

Eleonora Ferrini

Le letture di Adso

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