Le cronache di Giada. L’altopiano dei draghi

Autore: Elisa Cavezzan

Editore: Argento vivo edizioni

Genere: Fantasy

Data di pubblicazione:

Pagine: 380

Prezzo: 15€

Valutazione: 4,5/5

Giada è un essere umano ma ha sempre vissuto nella famiglia Phyre, una famiglia di draghi volanti sputafuoco, tanto da pensare di essere lei stessa un drago. È giunta da loro, appena nata, accompagnata da Shaila, un imponente drago bianco, nonché uno dei 5 Guardiani. All’arrivo di Giada è nato anche Sheed, il primo figlio, a lungo atteso, dalla famiglia Phyre. Giada e Sheed diventano così fratelli inseparabili, sempre pronti a difendersi l’un l’altro e a farsi forza nelle difficoltà.
Ma che ci fa un’umana tra i draghi e come mai gli stessi draghi la considerano una loro pari?

Scopriamo che un tempo c’erano sei popoli che convivevano pacificamente: draghi, lupi, magius, naturals, folletti e umani. Gli umani però, un secolo fa, hanno iniziato a considerarsi superiore e a voler primeggiare sugli altri popoli: per fare ciò sono ricorsi anche alla magia nera. Il Creatore fu costretto ad intervenire e li sterminò. Ci ha ripensato a lungo in questi anni, valutando anche il coinvolgimento di altri popoli e ha infine cosìdeciso di dare una seconda opportunità agli umani: ne parla così ai Guardiani dei cinque popoli rimasti.

Ho deciso di creare un solo essere umano, che dovrà dimostrare di potersi adattare ad ognuno dei popoli esistenti. Se riuscirà con successo nell’impresa, permetterò che ci siano le condizioni per la ripopolazione del genere umano. In caso contrario, eliminerò io stesso quel singolo individuo.”

Assistiamo dunque alla crescita di Giada tra i draghi, soprattutto al periodo a ridosso dei 16 anni, età in cui dovrà affrontare un esame, come tutti i giovani draghi, per stabilire quale compito avrà nella società (cacciatore, raccoglitore o medicante). È un periodo di intensi allenamenti e di prove preparatorie alla vita adulta. Giada lo affronta con coraggio e determinazione, affiancata da Sheed ma anche da Kice, un loro coetaneo sputaghiaccio. Tra i tre nasce una grande amicizia e la consapevolezza di poter contare sempre sul loro legame nei momenti di bisogno.

Noi siamo amici, e l’amicizia trascende lo spazio ed il tempo. Anche se ognuno di noi venisse spostato in un villaggio diverso ed i nostri compiti fossero agli antipodi, noi saremmo sempre uniti dal legame indissolubile dell’amicizia.”

Inoltre i cinque popoli abitano in zone diverse del mondo e non sona mai venuti a contatto tra di loro: nessuno immagina l’esistenza di altri popoli, ecco perché i draghi considerano Giada una di loro. Inoltre il compito di Giada è sconosciuto a lei stessa e, prima o poi, dovrà affrontare una difficile realtà.
Il racconto è ben scritto, il ritmo è pacato: non c’è fretta di lasciare i draghi e nel convivere con loro, Giada e noi lettori, impariamo tantissimi aspetti di questo popolo. Cavezzan è abile nel descrivere gli aspetti culturali, le abitudini, i ruoli sociali e le capacità innate dei draghi. Tutti questi elementi risultani armonici e coerenti e la lettura scorre con piacere.
Forse l’unico aspetto che si poteva rafforzare ulteriormente è la semplicità con la quale Giada supera la maggior parte delle situazioni (un esempio su tutti è la Sindrome del Dormiente) ma è chiaro che le vere sfide che attendono la protagonista riguardano ben altre difficoltà, legate al suo compito e alle rivalità tra alcuni popoli.
Un fantasy avvincente, ottimo per i giovani ma apprezzabile anche dagli adulti. Aspettiamo fiduciosi i prossimi capitoli della saga.

Le letture di Adso

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