La verità è figlia del tempo

Autore: Sara Petrolini

Autore: Porto Seguro Editore

Data di pubblicazione: 2 luglio 2021

Pagine: p. 340, brossura

Costo: Euro 17,90

Valutazione: 5/5

Dopo “L’uomo nella foto” Sara Petrolini torna in libreria con un altro romanzo, “La verita’ e’ figlia del tempo”.

In questo nuovo lavoro, ritroviamo gran parte dei personaggi gia’ conosciuti nel precedente lavoro.

In primis Teresa Rota, che rientra nel suo paese natio, Settecase, questa volta non piu’ da studentessa, ma in veste di archeologa impegnata sul campo.

Ormai un mese fa, mio padre, commissario di Settecase, mi ha telefonato dicendo che, a una ventina di chilometri da casa nostra, lungo il vecchio tracciato di una via Romana, avevano trovato una necropoli. […] Fortuna ha voluto che la figlia del commissario, cioe’ io, fosse del settore; sfortuna ha voluto che il commissario, cioe’ mio padre, proponesse proprio me, nella speranza di farmi avvicinare a casa.”

Poi il papa’ commissario di polizia del paese, nonche’ il suo fido collaboratore Ettore, vecchia fiamma della protagonista; e infine Carlotta, l’amica del cuore di Teresa.

Ritroviamo altresi’ il piccolo borgo di Settecase, con i suoi tipici locali, con i suoi bizzarri abitanti, in cui tutti si conoscono e non mancano di spettegolare e raccontarsi anedoti curiosi.

“… questo e’ il tipico paesino di montagna perso fra i boschi  dell’Appenino. […] Ma fatta eccezione per l’insolita pendenza della piazza – che sembra un enorme scivolo -, per il resto, la ridente Settecase risponde agli standard della zona.”

Ancora una volta la protagonista, suo malgrado, si trova coinvolta in una intricata e pericolosa impresa: nella fattipsecie in una storia di omicidi e traffici di reperti scavati di frodo e finiti sul mercato clandestino.

Con un scrittura fluida, semplice e scorrevole, che ha qualcosa di familiare e che consente all’autrice di ricostruire al meglio situazioni che potrebbero riguardare il quotidiano di ciascuno di noi, con un ritmo quasi sempre incalzante, tranne in alcuni punti in cui ci vengono illustrate questioni tecniche inerenti il mondo dell’archeologia, con un stile fresco ed ironico, ricco di metafore illuminanti e profondamente esplicative, con un trama accattivante, ben congegnata e costruita per creare suspence e per depistare il lettore e tenerne viva l’attenzione, con un narrazione ricca di colpi di scena e cambi di prospettiva tipica del romanzo giallo, l’autrice ci regala una storia accattivante ed originale, che ci trascina nel mondo dell’archeologia, un mondo magico ed affascinante ed al contempo in una vicenda che ha tutte le caratteristiche del giallo ma dai toni piu’ garbati e accoglienti.

La narrazione in prima persona, oltre a consentire al lettore di vivere ed interpretare al meglio i pensieri e i sentimenti specie della protagonista, e’ scandita e vivacizzata da una serie di situazioni esileranti e imbarazzanti: cio’, oltre a produrre un effetto comico d’insieme, contribuisce a rendere il carattere di Teresa (giovane autoironica e brillante) e a farci avvertire una forte empatia per lei.

Punto forte del romanzo, a mio avviso, sono proprio i personaggi.

La protagonista Teresa e’ un personaggio piacevole e divertente, che dietro alle sue paure ed insicurezze nasconde una grande forza d’animo e determinazione. Proprio grazie al suo atteggiamento e alla sue reazioni cosi’ “normali ed umane” riesce a risultare simpatica ed ammaliante.

“Io sono fatta di ansia, e per dominarla mi ritrovo sempre a compilare liste interminabili di cose da fare – con relative tempistiche-, impossibili da rispettare. E quando, alla fine, realizzo che non riusciro’ a seguire la mia ambiziosissima tabella di marcia, comincio a smaniare. La testa mi si affolla di pensieri e vado in confusione.”

Anche i personaggi secondari risultano ben caratterizzati e con le loro “peculiarita'” contribuiscono a rendere vivida e profondamente realistica la dimensione del piccolo borgo di Settecase.

Molto precise e puntuali le descrizioni degli aspetti “archeologici” della vicenda, che denotano la profonda conoscenza della materia da parte dell’autrice, per inciso anch’essa archeologa.

Di notevole interesse l’inserimento di citazioni latine e di riferimenti a figure della mitologia classica che fanno da liet motiv all’intera narrazione e che hanno ispirato anche il titolo del libro.

“E come diceva, Aulo Gellio … Veritas filia temporis. La verita’ e’ figlia del tempo.”

Tra tresche amorose, stupefacenti scoperte, risse di paese, morti sospette, scomparse  apparentemente inspiegabili, ci ritroviamo a seguire Teresa e i suoi intrepidi collaboratori in un’avventura insolita e del tutto inaspettata.

“E alla fine, tra alti e bassi, fra crimini efferati e grandiose scoperte, anche questa storia ha trovato la sua felice conclusione e sono arrivata all’ultimi giorno di cantiere:”

Un romanzo piacevole e leggero ma al tempo stesso ironico e vivace, capace di stregare il lettore e che conferma il talento di questa giovane autrice.

Alessandra Verrucci

Le letture di Adso

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