Il segno opposto

Autore: Stefano Ferrara

Editore: Saggese Editore

Genere: Narrativa

Data di pubblicazione: Gennaio 2022

Pagine:

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Valutazione: 4,5/5

Il merito di questo giovane scrittore l, Stefano Ferrara, al suo esordio con “Il segno opposto”, è quello di farci conoscere una realtà, quella degli immigrati, che caparbiamente continuiamo a voler tenere lontano dalle nostre vite, anzi a negare con una noncuranza e una superficialità incredibile, un fenomeno così complesso e inarrestabile. Siamo troppo occupati ad esaudire i nostri bisogni per preoccuparci di uomini, di donne, di bambini, che amano, vivono, soffrono e sognano come noi.

Chi di noi si è mai posto il problema di ascoltare le loro storie, il loro vissuto, i loro sogni?  Yasir, il protagonista della storia si chiede: “Che ne sarà di me senza un sogno? Non potrò lottare. Per me e per il mio avvenire.”

Yasir è il figlio di un funzionario di governo e viveva ad Aleppo con la sua famiglia una vita agiata e serena. Crescendo manifestò una predilezione per l’arte e la nonna sognava di vederlo “direttore di museo o diplomatico con un ruolo politico come quello di papà”. Ma la primavera araba infiammò anche la Siria e la guerra civile cancellò ogni cosa, ogni affetto.

Yasir scappa dalla Siria e affronta la dura  traversata tra infelici come lui, tra le urla disperate dei compagni che chiedevano aiuto inutilmente… anche lui rischia di perdere le forze.

“La gente moriva attorno a lui mentre  un istinto misterioso lo teneva aggrappato alla vita”.

Era poi arrivata la guardia costiera e l’approdo a Salerno ad un centro di accoglienza che di accogliente non aveva che il nome. Era un carnaio: accucciati a terra in un minuscolo spazio ” tra sacchi di plastica, carta, cibo avanzato dai giorni precedenti”. La mattina dopo la preghiera si presentavano dei brutti ceffi, tra loro la mala nigeriana pronta a rastrellare forza lavoro a buon mercato per il padrone italiano. I migranti conoscono così uno sfruttamento feroce da parte del capolarato diffuso al Sud come al Nord del nostro paese ma che colpisce negli ultimi anni soprattutto i migranti, costretti a lavorare dalla mattina alla sera.

“Il sole batteva sui campi che appaiono sconfinati, la calura estiva suscitava una sensazione di picco estivo” e a chi sveniva sotto  il sole veniva tolta la giornata. Condizioni disumane e  sfruttamento dell’uomo sull’uomo che conosciamo  bene ma che non indaghiamo così come fanno le autorità preposte al controllo. I migranti diventano numeri, perdono ai nostri occhi la loro umanità. Li vediamo ma è come se fossero invisibili, ultimi tra ultimi. Yasir insieme ai suoi compagni dovrà affrontare  la sua condizione di per se stessa pericolosa perchè alla mercè di gente senza scrupoli e la dovrà affrontare pienamente mettendo a rischio la sua stessa incolumità. Così come dovrà affrontare quel sentimento che gli cresceva sempre di più nell’animo e gli faceva sembrare una diserzione quella fuga da Aleppo. Ripercorrerà allora la strada di segno opposto a quella iniziale. E qui mi fermo perchè non voglio spoilerare troppo.

Stefano Ferrara ci consegna una storia intensa, carica di sentimenti affrontati con coraggio e lucidità di analisi senza diventare un saggio ma mantenendo il ritmo appassionato del romanzo che ti conquista fin dalle prime pagine. Ritengo coraggiosa la scelta dello scrittore di affrontare una tematica non facile e lui riesce a farlo senza mai cadere nella retorica o nella superficialità, espressa in una forma curata anche se talvolta appesantita da periodi un pò lunghi che mi hanno costretto ad  una rilettura.

Le letture di Adso

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