Leggo spesso discussioni in merito alla scelta del formato giusto per i libri. Qualcuno ha una chiara preferenza tra cartaceo, digitale e audiolibro e sembra considerare la sua scelta come superiore alle altre alternative.
Talvolta queste discussioni arrivano a veri e propri litigi, nei quali ognuno difende la sua rigida posizione.
Va detto subito che i più “conservatori” e “reazionari” sono coloro che utilizzano soltanto il formato cartaceo. Non sono soltanto i nostalgici di un passato ormai superato ma anche giovani che amano i libri. Del resto non posso biasimarli: l’odore della carta, il contatto con il libro, la vista di una bella libreria piena di libri, sono solo alcune delle motivazioni addotte ma hanno tutte a che fare con i nostri sensi e con le emozioni che i libri hanno suscitato in noi fin dalla nostra infanzia.
C’é anche il discorso dei diritti d’autore e delle case editrici, visto che i formati cartacei possono essere prestati ma più difficilmente divulgati in modo illegale.
Tutto questo è vero ma i tempi stanno cambiando e non possiamo arrestare queste trasformazioni; inoltre anche gli altri formati hanno i loro vantaggi.
I formati digitali ad esempio possono più facilmente essere trasportati, non dovendo portare il peso del libro e possiamo avere con noi anche mille libri in una leggerissima pennetta usb, o direttamente su un ebook reader. Inoltre sui supporti digitali la grandezza del carattere o la luminosità può essere modificata a seconda delle esigenze, elemento fondamentale per chi ha qualche difficoltà di vista.
Del resto il mondo informatico va avanti e ci sono valide strategie per tutelare anche i file digitali.
Gli audiolibri invece sembrano il formato meno apprezzato: il loro utilizzo è ancora limitato anche se chi li ha sperimentati li trova molto comodi. Oltre a persone con problemi di vista o di lettura, gli audiolibri sono ottimi per chi viaggia in macchina, facendo magari molti chilometri ogni giorno; oppure possono farci compagnia mentre facciamo qualche faccenda domestica. Il segreto è utilizzarli mentre cu dedichiamo ad attività abbastanza automatiche, se stiamo facendo invece qualcosa di importante che richiede la nostra concentrazione sicuramente non riusciremo a segui il racconto che ci viene narrato e sperimenteremo soltanto la frustrazione di non capire quanto ascoltato.
Per quanto riguarda gli audiolibri inoltre possiamo scegliere anche testi letti dallo stesso scrittore o da un attore che apprezziamo molto, per rendere ancora più intima la “lettura”.
Concludo richiamando i diritti del lettore di Pennac: il suo decalogo è un elogio alla libertà di chi legge, allo stesso modo, con i vari formati, l’invito è quello di sentirsi liberi di sperimentare e di lasciare massima libertà anche agli altri lettori.