Tieni il tuo sogno seduto accanto a te

Autori: Duncan Okeck – Maria Paola Colombo

Editore: Giunti editore

Genere: Autobiografia

Data di pubblicazione: 19 febbraio 2020

Pagine: 261

Prezzo: 17€

Valutazione: 4,5/5

La scelta degli autori di raccontare con un lungo flashback la storia difficile di Duncan ci ha messo, in qualche modo, al riparo da sentimenti ed emozioni più angoscianti: sapevamo che il protagonista era uscito dal tunnel di una vita amara e depressa. Ben diverso sarebbe stato se la storia fosse stata raccontata in ordine cronologico: l’immedesimazione sarebbe stata più dolorosa. Duncan è uno dei tanti figli dell’Africa, costretto a vivere una vita dura, impensabile per noi figli di una società agiata, perchè la nostra povertà ha una faccia meno feroce della povertà africana. E’ una realtà che toglie il respiro e ti pone tante domande. Duncan sta trascorrendo la serata con l’amico Mark: l’indomani deve partire e senza sapere perchè, comincia a dire al suo amico quello che non  gli ha detto in tutti quegli anni trascorsi fianco a fianco a studiare. Lui stesso si meraviglia di come nel parlarne, il suo passato riaffiori in modo cosi vivo dentro di lui.

Duncan è nato in un villaggio di Nairobi in una povertà assoluta e l’abbandono della madre prima e del padre dopo gli farà vivere una situazione di povertà ancora più estrema. Sarà suo fratello maggiore che gli porgerà la mano portandolo con lui a Nairobi. Incomincia una nuova vita per il bambino, ma sarà breve e presto si troverà solo, si unirà ad una banda di bambini orfani e abbandonati come lui, imparerà a sopravvivere cibandosi della spazzatura delle discariche. Ma un incontro casuale lo porterà a cambiare e a ricominciare una nuova vita. Lui non sa cosa significhi avere un padre, una madre, avere dei riti da osservare, ma si rifugia con tutte le sue forze nelle braccia di Moses e di sua moglie, pur nella consapevolezza che non può legarsi troppo alle persone, sa che le persone vanno e vengono.

Un altro aiuto gli verrà dal mondo occidentale del volontariato, della solidarietà anche se Duncan ne coglie le  contraddizioni, infatti dice che i bianchi sono mossi da sentimenti di bontà, ma non di giustizia e che anche la Dichiarazione dei diritti dell’uomo non ha fatto capire questa verità essenziale. Se fosse stata capita la disumanità dell’uomo bianco nei confronti dei neri non esisterebbe. La sua vita corre nonostante le difficoltà, e basta uno spiraglio per dargli la determinazione a riscattare la sua vita. Studierà notte e giorno e anche dormire gli sembrerà tempo perso. Un’altra delusione però lo attende. Quando finiranno gli ostacoli? Un nuovo incontro fortuito lo porterà, tra mille difficoltà, a frequentare l’ Università di scienze gastronomiche a Pollenzo dove ragazzi di tutto il mondo imparano l’arte dello slow food. Egli è pronto a ricominciare ancora, accompagnato dal  suo più intimo desiderio: ritornare nella sua terra, coltivarla senza violentarla come fanno le multinazionali. Vuole muoversi naturalmente, nel rispetto di chi produce, in armonia con l’ambiente e gli ecosistemi, facendo riaffiorare i saperi dei nostri padri e delle nostre tradizioni, perchè mangiare è più che nutrirsi.

Che messaggio positivo ci dà questo ragazzo non ancora trentenne! Che forza hanno i suoi sogni! Il libro scritto in modo lineare arriva al cuore, secondo me, anche di chi pensa che dobbiamo produrre per consumare e consumare per produrre, secondo i modelli che ci propina il mondo consumistico dei nostri giorni.

Le letture di Adso

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