Recensione “Voglio vederti soffrire”

Autore: Cristina Brondoni

Editore: Clown Bianco Editore

Genere: Thriller psicologico

Data di pubblicazione: 23 maggio 2019

Pagine: 304

Prezzo: 17,50 €

Valutazione: 5/5

Voglio vederti soffrire di Cristina Brondoni è un thriller finissimo che dalle prime pagine, in cui delinea la personalità di Paola, giovane aspirante modella, ti prende per la freschezza e la modernità del linguaggio.

Ecco un romanzo da leggere tutto di un fiato anche se alcune pagine, per la loro crudezza descrittiva mi hanno fatto fermare e chiedere: ma sta descrivendo veramente ciò che sto leggendo? La tensione è stata come una ragnatela che non mi ha mai lasciato nelle storie dei vari personaggi. Quest’ultimi sono delineati in maniera straordinaria: tra tutti chiaramente spicca Enea, il poliziotto bello, intrigante e intuitivo ma anche problematico e con un pesante carico emotivo. Enea indaga su varie morti che sembrano non aver niente in comune. Il dubbio lo porta a non fermarsi al colpevole che emerge in prima battuta e a continuare ad indagare ancora.

Insieme ad Enea il lettore è portato alla ricerca di un filo conduttore che sembrava difficile da trovare. Nell’intricato dedalo delle vite dei vari personaggi si apre finalmente uno sguardo chiarificatore: la tensione però non ci abbandona e ci accompagna fino alla fine (tra l’altro il finale non è per niente scontato).

L’autrice sceglie di non indirizzarci verso un mistero da svelare perchè, ad un certo punto, risulta chiaro chi è la mente diabolica che c’è dietro queste morti, quanto piuttosto quello di farci capire che dietro la normalità si annida la patologia che ci riporta al titolo “Voglio vederti soffrire”.

Nella cosiddetta normalità trova nutrimento il malessere individuale e sociale, lo scarto tra come si pensa di essere e come ci vedono glia altri. “Voglio vederti soffrire” è quindi un thriller sulla fragilità umana che può portare all’ossessione di veder soffrire chi ci sta accanto. Per questo motivo è un romanzo che ci tocca profondamente.

Le letture di Adso

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