Recensione “Norwegian Wood”

Autore: Haruki Murakami

Editore: Einaudi editore

Collana: Super ET

Genere: romanzo di formazione

Data di pubblicazione: 19 marzo 2013

Pagine: 379

Prezzo: 14€

Valutazione: 4/5

Il romanzo di Haruki Murakami inizia con un lungo flashback sulle note di Norwegian Wood dei Beatles, canzone amata da Naoko, che riporta l’ormai 37enne Watemabe Toru al clima degli anni a cavallo tra il ’68 e il ’70: anni della contestazione studentesca, della musica rock, dei Beatles e della minigonna.

Watemabe ha soli 17 anni quando entra nel collegio per iniziare gli studi universitari: un’età in cui si attraversa quella “linea d’ombra” che è il passaggio dalla prima giovinezza all’età adulta e, da lì, la storia prende vita.

A nessuno piace la solitudine. Ma non mi faccio in quattro per fare amicizia. Così evito un po’ di delusioni.”

Cominciamo a conoscere la personalità di Watemabe: tra il desiderio di integrarsi con gli altri ma anche la volontà di isolarsi per rimanere se stesso, la naturale reazione verso ciò che è finto e lontano dalla sua morale, ma anche le sue amicizie, i suoi amori, le sue esperienze sessuali, il suo impegno nello studio.

Watemabe prende a piene mani ciò che la vita gli offre senza mai tirarsi indietro.

Anche il dolore e la morte che saranno presenti più volte nella sua vita: prima quella del giovane amico Kizuki, suicida  a soli 17 anni, il giorno dopo aver giocato al biliardo con lui. Nessun sa dare una risposta né lui e meno che mai Naoko, la giovane fidanzata di Kizuki, che Watemabe rincontrerà più avanti e di cui si innamorerà.

Watemabe incontra all’università Midori, giovane, bella, sfrontata e sincera con cui nasce una forte amicizia. Ma è solo questo o è un sentimento d’amore che Watemabe cela a se stesso per non ammettere che il suo cuore è di tutte le ragazze pur cosi diverse tra loro?

Naoko è dolce, timida ed è anche affetta da quel male di vivere contro cui nessuno potrà fare nulla, né l’amore di Watemabe né l’affetto e l’amicizia di Reiko, altro personaggio femminile con un’intensa storia personale. Ella, al contrario di Naoko ,cercherà di uscire dal limbo del suo disagio mentale e si aprirà alla vita.

La morte di Naoko, suicida nel bosco, porta Watemabe a un momento di forte dolore, tanto da portarlo quasi a perdere il contatto con la realtà. Tutte le illusioni della sua giovane vita con la morte di Naoko sono finite, ma giunge anche il momento del superamento del dolore e Watemabe ritorna a vivere.

Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c’è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c’è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all’oscurità.”

Il libro si chiude senza un finale definito come se fosse stata lasciata al lettore la possibilità di vagare con Watemabe tra i paesaggi giapponesi, nel suo amore per Midori… o forse no.

La storia è densa di emozioni, personaggi e avvenimenti: risulta, a volte, complicato trarne un quadro d’insieme lineare.

La scelta dell’autore di scrivere in prima persona lascia la possibilità a chi legge di immedesimarsi in uno piuttosto che in un altro personaggio; ma ciò rende anche liberi di allontanarsi da alcuni passaggi, che hanno potuto magari irritare la sensibilità del lettore nel corso della lettura.

Le letture di Adso

Torna in alto