Recensione “L’ultimo spettacolo”

Autore: Vincenzo Zonno

Editore: Catartica Edizioni

Collana: In quiete

Genere: Narrativa

Pagine: 192

Prezzo: 14€

Valutazione: 3/5

In una società controllata nei minimi dettagli la popolazione non ha più bisogno della propria libertà ma segue pedissequamente le direttive del governo. Tutto è organizzato con l’obiettivo di controllare e ridurre al minimo i problemi che possono emergere. La sorveglianza dei bambini è affidata a poche educatrici e sofisticati sistemi di sorveglianza; un’eventuale separazione di una coppi deve essere comunicata con impegnative procedure burocratiche; la religione e gli accessi al paradiso sono programmati per gestire la vasta popolazione.

La popolazione pareva essersi avviata tutta nello stesso istante. Un po’ era vero da quando il mercato automobilistico aveva ceduto al progresso, che non ammetteva più nessun tipo di mezzo privato per le strade cittadine. E lo stato aveva organizzato la metropoli in modo capillare per venire incontro alle esigenze di una popolazione soggetta a orari rigorosi. Uguali per chiunque.”

Harpo si è lasciato andare sempre di più al mondo dei sogni e vive in uno stato confusionale. È accusato dell’omicidio di una giovane donna ma non può essere interrogato perché è in stato di incoscienza in ospedale.

Nelle ultime due settimane gli era capitato più volte di perdere la coscienza con la nuova droga che circolava in questa città sconosciuta piena di eccitanti novità. Ma dall’ultima volta che si era drogato erano passati troppi giorni.”

Contemporaneamente un “elettricista” compie il suo “lavoro” per mantenere l’ordine e aggiustare ciò che è ormai “guasto”.

Allungò il braccio fuori dalla finestra e finalmente poté osservare con attenzione quel tatuaggio che era comparso dal nulla durante la notte. Pochi segni ben marcati formavano un disegno appena comprensibile. Una collinetta sul cui vertice c’era una lapide arrotondata. Sulla pietra tombale c’era disegnata una croce in parte scolorita, e sotto due parole corte.
Troppo piccole per riuscire a leggerle.”

Il romanzo di Zonno parte da buone intuizioni e da idee interessanti ma l’evoluzione della storia risulta alquanto contorta: soltanto nella seconda metà del libro si riesce ad afferrare il senso di quanto accade. Lo stato di confusione che attanaglia Harpo e il suo oscillare tra sogno e realtà finisce per disorientare anche il lettore. È chiaro che l’autore voleva genere proprio questo effetto ma in questo modo la lettura non è agevole e il lettore finisce per allontanarsi.

Le letture di Adso

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