Il paradiso per sottrazione

Autore: Daniele Trovato

Editore: Alter Ego

Genere: Narrativa

Collona: Specchi

Data di pubblicazione: marzo 2020

Pagine: 412

Prezzo: 16€

Valutazione: 4,5/5

Marco Bezzi è un anarchico e un black bloc, ha idee ben chiare su quanto le cose nel nostro pese non vadano per niente bene e su come gli interessi economici e lo sfruttamento lavorativo stiano guadagnando sempre più spazio. Sa che i diritti basilari sono stati via via sottratti e che, con la scusa della crisi economica, il mondo del lavoro è diventato un incubo per chi non ha le spalle coperte. Purtroppo la maggior parte dei cittadini è vittima di questo sadico gioco ma, quasi tutti, sono assopiti dal miraggio del consumismo e dall’illusione di poter migliorare la propria condizione. Marco invece sa bene qual è l’unica strada percorribile.

Per un istante ho voglia di andargli a spiegare che le parole non sono proiettili, non feriscono più delle spade e non pesano come sassi. Le parole sono soltanto aria che vibra per qualche metro. Il messaggio è veicolato soltanto dall’azione, l’azione genera effetti e non può essere ignorata.”

Insieme ad altri giovani provenienti da tutta Italia, si coordina su forum invisibili alle forze dell’ordine per organizzare le azioni da mettere in atto durante le manifestazioni.

La prima regola è fissare noi l’agenda degli scontri, scegliere il campo di battaglia più favorevole, non permettergli di affrontarci dove vogliono loro. L’ideale è eluderli, sparire un attimo prima che arrivino con gli idranti e con i gas, lasciarli soli in mezzo ai cocci rotti a respirare la loro stessa nube chimica. Lo scontro fisico non è un obiettivo, non lo è mai stato. È, anzi, il primo errore da evitare.”

Si mischiano agli altri manifestanti, entrano rapidamente in azione (indossando passamontagna) per colpire simboli del capitalismo e dello sfruttamento e poi spariscono per evitare di essere prede della polizia. Spesso però ci sono scontri, anzi qualcuno (nei due fronti) non aspetta altro che questa possibilità…
La vita privata non va meglio: si è trasferito da poco con Monica, la sua compagna, nel quartiere dove è cresciuto e dal quale è dovuto andare via, in passato, per lo sfratto ricevuto dalla sua famiglia. Il quartiere, un tempo popolare, sta diventando di moda e la vita di prima si perde nei ricordi. Marco però non dimentica quel periodo, anche perché è legato alla perdita di suo fratello Armando, morto per overdose.
Anche il lavoro non va come vorrebbe: nell’azienda dove lavora riesce ad essere riconfermato e a fare pure carriera ma i suoi colleghi vengono licenziati uno dopo l’altro. Cosa che turba Marco e che non fa che peggiorare la sua insognia.
Un romanzo interessante che ci fa vedere da vicino realtà che talvolta vorremmo allontanare dalla nostra consapevolezza. L’evoluzione della storia non è per nulla scontata e ci sono molti spunti interessanti.

Superbe le cronache delle manifestazioni, descritte dal punto di vista di chi di solito non esce allo scoperto; molto suggestive anche le riflessioni sul passato e sul presente del quartiere, così come quelle sulla religione. Leggermente meno affascinante il mondo del lavoro, troppo vicino a quel mondo che non vorremmo attorno a noi, del resto lo stesso protagonista vorrebbe essere in tutt’altro posto.
Daniele Trovato ci accompagna in una riflessione sulla nostra società, sulla politica e sull’economia: un quadro abbastanza sconfortante che ci fa chiedere se si può ancora sperare di cambiare qualcosa e quali siano i mezzi giusti per farlo. Proprio per questo ci appassioniamo alla vita scombussolata di Marco Bezzi e leggiamo con vivo interesse per sapere come andrà a finire.

Le letture di Adso

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