Baby. Love

Autore: Audrey Carlan

Editore: Newton Compton Editore

Genere: Contemporany romance 

Data di pubblicazione: 23 luglio 2020

Pagine: 256

Costo: 4.90 €

Voto: 3/5

Shane è un soldato in attesa che la sua missione finisca, ma una telefonata lo porta quasi immediatamente a casa, è diventato un padre single e la bimba è in custodia dai suoi genitori. Anya è un ex ballerina di 23 anni che, costretta da un infortunio a rinunciare al suo sogno, apre una scuola di danza. La figlia di Shane è sua allieva e tra i due scocca subito la scintilla. 


“Mia figlia si illuminò come se dalla sua maestra dipendessero l’ alba e il tramonto. Cazzo se il mio corpo e la mia anima non erano vittime dello stesso sortilegio.”


Secondo libro sulla serie che Audrey Carlan ha dedicato ai biker del club Hero’s pride . Abbiamo già imparato a conoscere alcuni dei personaggi con il primo volume “Baby. Girl”, e ci siamo impratichiti con i loro usi in campo amoroso e il loro codice d’onore. Nella prima parte del romanzo non si può evitare di notare le eccessive imprecazioni di Shane detto anche Whip. Non erano necessarie e in pratica fanno parte dell’ 80% delle sue frasi. Anya è il personaggio più complesso, prima ballerina, una vita di sacrifici e di obblighi per poi vedersi portar via tutto da un infortunio.

La narrazione è doppia ma la trama è troppo frettolosa, i due si sono visti due volte e pure in pubblico e lui la considera già come la sua donna e lei parla di innamoramento, un vero e proprio colpo di fulmine ma un po’ forzato.

“Leccai dentro, assaporando il gusto dell’ uomo di cui mi sentivo ogni secondo più innamorata.”

A tratti divertente, ma non sono sicura che fosse nelle intenzioni dell’autrice renderlo tale. Anche le scene di sesso sono meno riuscite e intense rispetto a come ci ha abituato la scrittrice. Dalla seconda parte il libro cambia, la scena del marchio è stata anche commovente e il finale mi è piaciuto guadagnandosi mezzo punto in più. Libro che si legge in un soffio molto scorrevole e simpatico, rimane il fatto che ho preferito il primo. Se non avete grandi pretese di contenuti lo consiglio. 

Serena Murgia 

Le letture di Adso

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